Date: 07/07/2006
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La Cosa radical.-socialista è a un bivio La Rosa nel pugno teme il suo 7 luglio ----------------------------- Nello SDI s'ingrossa il gruppo degli anti-Boselliani ---------------- Oggi è venerdì 7 luglio 2006, si festeggiano i santi Cirillo e Metodio, ricorre l'anniversario degli attentati di Londra e Ringo Starr compie 66 anni. Insomma, compleanno dell'ex Beatle a parte, non è che sia un giorno particolarmente allegro per la Grande Storia dell'umanità. Dal 2007 il 7 luglio potrebbe diventare commemorativo anche per un partito che la Storia, almeno quella italiana, doveva farla e che invece si trova a discutere sulla sua stessa sopravvivenza. Quel partito, naturalmente, è la Rosa nel pugno, simbolo della laica alleanza tra socialisti e radicali. Sono due gli appuntamenti in agenda oggi, organizzati in sedi separate (come poteva essere altrimenti?). I socialisti alle 10 e mezza riuniscono l'Esecutivo del partito all'hotel Palatino. I radicali rispondono con la Direzione alle 14,30, nella storica sede di largo Argentina. Tema centrale di entrambi gli appuntamenti è il rapporto degli uni con gli altri (e viceversa) dopo le dimissioni, per ora soltanto annunciate, di Roberto Villetti da presidente del gruppo rosapugnista alla Camera. Tanto per marcare ancor di più le differenze, l'Esecutivo Sdi è a porte chiuse, la Direzione viene invece trasmessa in diretta su Radio Radicale, che aveva chiesto a Enrico Boselli l'autorizzazione a trasmettere la riunione socialista. E invece no, perché i socialisti sono tradizionalisti, a differenza dei radicali, partito storicamente aperto a tutti. Insomma, pure su questo sì sono divisi. Diceva ieri Daniele Capezzone che «ciascuno deve poter ascoltare e giudicare, e a mio avviso anche la Rosa nel Pugno deve essere una sorta di casa di vetro». Anche la scelta degli orari non è casuale. I radicali intendono replicare nell'immediato alla relazione del segretario socialista. Il prepartita segnala un Boselli fortemente intenzionato a ribadire il suo “no” alla costituzione di una cabina di regia radical socialista che certificherebbe la centralità della Rosa nel pugno rispetto ai singoli partiti. Per Boselli è prematuro sciogliere le singole identità in un unico contenitore e proporrà un “patto federativo”, una mini Fed priva di un leader unico. Il segretario rischia così di esporsi a una doppia critica. La prima è interna allo Sdi, ed è prevedibile che arrivi da tutti quelli che l'alleanza con i radicali proprio non la concepiscono, a cominciare da Ottaviano Del Turco, promotore di un veloce ricambio della classe dirigente del partito. Poi c'è il gruppo di coloro che chiedono tout court le dimissioni di Boselli, gruppo che comincia a farsi consistente. Ieri una decina di dirigenti regionali e provinciali dello Sdi di varie parti d'italia hanno diffuso un documento con il quale ribadiscono a Boselli la richiesta di dimissioni già avanzata da altri nel partito, «per lasciare spazio ad una nuova classe dirigente di trentenni». Ma questo è nulla rispetto a quanto scateneranno (mediaticamente, s'intende) i radicali. Se l'offerta di Boselli resterà la mini Fed, il segretario radicale Daniele Capezzone risponderà con toni duri e perentori. Chiederà nuovamente di formare una segreteria radical socia lista della Rnp, ribadirà l'uti lità di una “Fiuggi 2”, come chiesto da Marco Pannella anche negli ultimi giorni. Insomma, ai radicali la bicicletta Sdi-Pr non interessa. Comunque, è possibile che non sì arrivi alla rottura totale, anche perchè resiste nel paese e nei due partiti l'idea che la Rnp possa ancora farcela. Ieri cento militanti piemontesi, tra socialisti e radicali, hanno chiesto ai loro leader di non abbandonare il progetto. Ma forse sono soltanto santi e poeti. Invece qui ci vorrebbe un navigatore, nel senso del timoniere.
[Artchivio/_borders/disc2_aftr.htm]