Progetto della lista e quello di una nuova formazione
politica debbono andare insieme. Sarebbe un segnale
importante che nel documento che indice l’Assemblea
nazionale del 3 ci sia espresso riferimento alla
necessità di costruire al tempo stesso: programma,
partito e lista come inizio di un processo aperto.
Chi verrà a Roma il 3 dicembre deve sapere che si
impegna non solo per una lista, ma anche per un
progetto politico e sociale.
Un appuntamento storico e di svolta, con l’obiettivo
di cambiare l’agenda di questi anni. Quella della
sinistra certo, ma anche del centro-sinistra così come
è stato dall’Ulivo fino al Pd. Realizzare infatti una
sinistra nuova, adeguata alle sfide del XXI secolo,
non può significare solo rompere con le politiche
neo-liberiste e di penalizzazione e anzi umiliazione
del lavoro e dei suoi diritti; occorre darsi la forza
indispensabile a rovesciare una deriva ormai
trentennale con un progetto di riforma della società.
Per questo una nuova organizzazione, un nuovo partito,
una nuova prospettiva strategica, ma anche una nuova
cultura politica. Formule come
“contaminazione”, “sinistra-centro”, “campo largo”,
“non voglio un partito ma riaprire la partita” non le
vogliamo più sentire. Sono alla base delle sconfitte
di questi anni, della nostra subalternità, della
scomparsa della sinistra. Indizi di una cultura
politica vecchia, residuale, perdente. Per noi
parole-chiave sono autonomia, alternativa, lavoro,
solidarietà, democrazia, Costituzione, ambiente, pace,
diritti sociali e civili.
Anche per questo
intendo proporre alcune considerazioni sul documento
che prepara l’appuntamento del 3. ...[CONTINUA
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