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Intervista a Rino Formica su Il
Riformista del 27-08-2020
Questo è il
referendum sul
fallimento dei partiti. Ma
non hanno neanche il
coraggio di ammetterlo.
Il suo è un possente, lucido, emozionante
j’accuse verso coloro che hanno
“tolto l’anima” al nostro sistema demo-cratico.
E ora s’illudono di ritrovarla con
una scelta irresponsabile, un cedimen-to
a una visione populistica che mira
a cancellare non qualche scranno
in Parlamento, ma qualcosa di molto,
molto più importante: la democrazia
parlamentare. A sostenerlo è uno degli
ultimi “Grandi vecchi”, e grandi per statura
politica e non per anzianità acqui-sita,
93 anni, della politica italiana: Rino
Formica. Dar conto di tutti gli incarichi
di primo piano, di governo - ministro
delle Finanze, dei Trasporti, del Commercio
con l’estero, del Lavoro e della
previdenza sociale e di partito, che il
senatore Formica ha ricoperto, prende-rebbe
tutto lo spazio di questa intervista.
A dar forza ai suoi ragionamenti, ai
suoi giudizi sempre puntuali e taglienti,
non è il suo cursus honorum, ma quel
mix, un bene oggi introvabile sul mercato
della politica italiana, di sentimenti
e di ragione. Che Formica offre ai lettori
de
Il Riformista.
Con una passione che
ha travolto chi scrive.
Senatore
Formica, il referendum sul
taglio dei parlamentari...
Lo so, lei vorrebbe sapere come voterò.
Ma con
Il Riformista,
giornale serio,
vorrei provare ad andare più in profondità
per motivare un “no” che va alle radici
di una ferita profonda che rischia di
essere mortale per il nostro sistema democratico-parlamentare.
Posso?
Certo che sì.
L’ultima pronuncia in materia è stata
del Parlamento che ha votato con una
maggioranza larghissima, un tempo si
sarebbe detto “bulgara”, qualcosa che
un democratico, un costituzionalista,
un uomo del diritto e di grande sensibilità
democratica come Vittorio Onida,
ha giustificato affermando che quella
larghissima maggioranza è tale da farmi
dire che quella riforma è di per sé
una riforma accettabile. La domanda
è: ma queste forze politiche che nell’ottobre
dell’anno scorso hanno espresso
l’ultimo voto con una così vasta maggioranza,
con la totalità delle forze politiche
espresse in Parlamento, perché
oggi, sono silenti, esclusa la posizione
battagliera dei 5 Stelle, che ha una moti-vazione
completamente diversa da una
ragione politica, perché ha una ragione
sistematica. Il Movimento 5 Stelle è l’u-nica
delle formazioni politiche in Par-lamento
che dice “io alla democrazia
parlamentare non ci credo”. Esclusa l’unica
forza che dal primo momento, pur
stando in Parlamento, pur giovandosi
del Parlamentando, usando tutti i tra-sformismi
e gli opportunismi di chi sta
al governo e deve fare i conti con la vita
parlamentare, e tuttavia, come ha pro-clamato
qualche giorno fa Di Maio, che
comincia una battaglia politica per la
demolizione dei costi della politica - il
che signifi ca per la demolizioni dei costi
di questa politica, di questo modello
politico, di questo sistema politico, cioè
del regime democratico-parlamentare
e della Costituzione italiana - tutto il re-sto
degli altri partiti non si sono ancora
pronunciati...
Come
se lo spiega, senatore Formica?
Questa
domanda va diretta ai parti-ti
politici. Onida dovrebbe domandare
non solo a se stesso ma ai partiti politici,
perché voi
che meno di un anno fa
non avete avuto dubbi nell’esprimere
politicamente il vostro voto su questa
riforma, oggi tacete?
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