ROMA
Rino Formica, da ex ministro delle
Finanze cosa ha pensato quando ha sentito
l’audio di Rocco Casalino? «Che
una persona senza limiti lo è anche nel
linguaggio, che è il dna di un uomo».
Nel merito?
«Villania pura, ma è inutile aspettarsi del
galateo da chi lascia i migranti in mare per
giorni. Mi ha stupito piuttosto il silenzio
del sindacato dei dirigenti della pubblica
amministrazione di fronte a un trattamento
schiavistico».
Di Maio dice
che però i burocrati remano contro. Non ha
ragione? «La sua è
un’autoconfessione di ignoranza. Non sanno
leggere i bilanci e dicono al tecnico "caccia
i soldi", con un’espressione da rapina. Un
governante degno di questo nome indica la via
al dirigente refrattario».
Conte ha
difeso sia Casalino che Tria.
«Conte è il sottosegretario di Giorgetti. È
debole e fa bene ad affidarsi a padre Pio».
Di Maio
invece? «Uno scugnizzo
all’arrembaggio».
Lei non
trascura il consenso di cui questo governo
gode, specie nel suo Mezzogiorno?
«Al Sud negli ultimi venticinque anni c’è
stata una rottura tra cittadini e istituzioni,
e in questo vuoto si sono inseriti gli
stregoni che hanno promesso l’Eldorado: uno
stipendio per tutti e niente tasse».
La sinistra
però ha dimenticato gli ultimi. Non trova?
«Sì, perché, dopo la caduta del Muro...[CONTINUA
A LEGGERE].
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