“Governo Draghi è di necessità e di tregua, ma ora il premier deve mediare coi partiti”, intervista a Rino Formica

 

Intervista a Rino Formica su Il Riformista del 24-04-2021 ( di Umberto De Giovannangeli )

 

Se c’è un uomo che il “riformismo” lo ha “frequentato” per una vita intera, quell’uomo è Rino Formica. Più che una intervista, quella che segue è una lezione di politica, quella alta, fatta di passione civile e lucidità intellettuale, impartita da un signore di 93 anni, uno degli ultimi Grandi vecchi, e grandi per statura politica e non per anzianità acquisita, della politica italiana. Dar conto di tutti gli incarichi di primo piano, di governo – Ministro delle finanze, dei trasporti, del commercio con l’estero, del lavoro e della previdenza sociale – e di partito, che il senatore Formica ha ricoperto, prenderebbe tutto lo spazio di questa intervista.

Senatore Formica, su questo giornale si è aperto un vivace dibattito a sinistra sul concetto di riformismo. Per Goffredo Bettini l’essenza di un riformismo forte consiste «nell’accorciare le distanze tra chi sta sopra e chi sta sotto». E per lei?
Vede, c’è un elemento di fondo, sempre valido, che distingue il riformismo dal conservatorismo. Il riformismo pone i problemi maturi per risolverli. Il conservatorismo attende che i problemi siano marci per poi non poterli risolvere. Tutto il resto, se c’è un avvicinamento o un allontanamento delle classi, sono tutte quante semplificazioni scolastiche. C’è poi un’altra cosa importante da aggiungere: la soluzione riformistica non esclude la soluzione della rottura, anche la soluzione violenta. Rivoluzione e riforme non sono necessariamente due termini in conflitto. Possono anche essere elementi convergenti. La rivoluzione crea un momento della rottura, la riforma modifica il sistema nel punto dove è avvenuta la rottura.  [CONTINUA CLICCA QUI ]