Adesso, alcune cose
possiamo anche dircele. Per due mesi si è ecceduto oltre misura nelle
limitazioni delle libertà individuali: se era opportuno ridurre
drasticamente l'assembramento in metropolitane, bus e luoghi di lavoro,
non c'era ragione (salvo per i primi 15 giorni) di vietare visite ai
defunti, partecipazione a messe, passeggiate, scampagnate e qualche ora
di svago per bambini e adulti in spiaggia o in un prato con il massimo
rispetto delle distanze e le giuste precauzioni. Si è preferito
mobilitare elicotteri ed esercito per punire chi si godeva un momento di
tranquillità in solitudine e si sono al contrario trascurate le case di
riposo che sono divenute luogo di morte e di paura per assistiti e
parenti.
L'uso delle
mascherine è divenuto obbligatorio: invece di essere rese disponibili
gratuitamente, si sono rivelate (quando reperibili!) un aggravio di
costi per chi già colpito economicamente dagli effetti dell'emergenza.
Prima ritenute inutili, oggi considerate il rimedio a tutti i mali. Ma a
sentire gli esperti, devono essere cambiate frequentemente, pena la loro
inefficacia. Chi può permettersi 2-3 mascherine al giorno ad un prezzo
di 1,50€ l'una? Anche in questo caso, invece di sperperare risorse e
personale per pedinare bambini alla ricerca di una mezz'ora di svago e
anziani che volevano spendere una preghiera in chiese semivuote, si
poteva dedicare più attenzione all'approvvigionamento e alla produzione
di questi beni. Forse l'esercito andava impegnato su questo fronte.
La mancanza di
capacità politica e l'insicurezza dei protagonisti della gestione
dell'emergenza hanno deliberatamente lasciato il campo ai tecnici che
(con il massimo rispetto delle loro competenze medico-scientifiche) non
potevano assolvere alla gestione di una così importante e delicata
situazione. Quel poco che è rimasto della politica ha confuso l'uomo con
il lavoratore: il lavoratore andava tutelato e quindi posto in lockdown,
l'uomo con le sue minime esigenze umane, pur nel rispetto di cautele e
regole, no.
Per non parlare del
bonus vacanze: utile solo a chi non ne avrebbe bisogno - peccato che
anche questi ultimi ne faranno a meno, perchè troppo complicato. Come si
può pensare che una famiglia in difficoltà vada in vacanza con un bonus
virtuale che, nel caso, coprirebbe a malapena i costi di un paio di
giornate fuori casa?
E si potrebbe
continuare...
Ed ora è il caos: nessuno capisce cosa può e
cosa deve fare. Mille regole, che tutti sanno essere in buona parte
inattuabili: ma cosa importa, la colpa sarà di chi non saprà
comprenderle e attuarle.
Per fortuna gli
Italiani sapranno trovare il modo di superare anche questa drammatica
situazione. E saranno più veloci di chi avrebbe dovuto sostenerli in
modo semplice ed efficace, ma che ancora si perde con numeri che non
tornano in nessun campo.
Daniele Delbene