TANGENTI E PM
Formica: ecco chi manovra M5s
Intervista a Rino Formica su Il Sussidiario.net  del 17 maggio 2019

Virgolettati di giornata. Di Maio: “tangenti ovunque”. Ancora Di Maio: “la scelta è tra M5s e nuova Tangentopoli”. Cantone, presidente dell’Anac: “Una parte del paese vuole lavorare e vivere con le tangenti”. A meno di dieci giorni dal voto europeo, fioccano arresti e avvisi di garanzia ad esponenti di Forza Italia e Lega: ieri sono stati arrestati il sindaco leghista di Legnano, il suo vice di FI e un assessore. Rino Formica, 92 anni, ex politico socialista, è una memoria vivente della prima repubblica. Per Formica M5s e magistratura si ritrovano alleati nell’instaurazione di un sistema teocratico, quello dell’Onestà. Gli altri partiti possono evitarlo, ma devono rimescolare le carte.

Rino Formica, che cosa sta succedendo?

Il sistema politico e istituzionale del paese si sta disgregando. Si badi: è un processo di lungo periodo, che occupa gli ultimi 25 anni. Accade quando le istituzioni non svolgono più il loro ruolo, quello di essere contenitori democratici della dialettica degli interessi, generali e particolari.

Sembra di assistere a una seconda Tangentopoli. I pm fanno politica?

Non direi così. M5s nasce come espressione organizzata del dissenso diffuso e contraddittorio che c’è nella società. Qui emerge però il suo peccato d’origine. Le mille poteste muovono la piazza, ma non creano di per sé una struttura istituzionalmente capace di portare un equilibrio, un ordine, una visione realizzabile.

E la magistratura?

M5s e magistratura sono simili nella limitazione del fine politico. La magistratura non può non svolgere il suo ruolo, che è quello di colpire quelle che dal punto di vista penale sono responsabilità personali. Non ha come obiettivo quello di risolvere crisi di sistema. E infatti ad ogni sospetto o accusa di agire con finalità politiche ogni magistrato risponderà, senza paura di essere smentito, di avere fatto solamente il suo lavoro. Chi esiste per mantenere o correggere il sistema sono i partiti politici. Ma M5s è sprovvisto di fine politico, perché il fine politico è la gestione dell’interesse generale nella ricomposizione dei conflitti di parte.

Un paradosso. Un partito come M5s, con 221 deputati e 122 senatori, non ha un fine politico.

Non ce l’ha. E quando dichiara di non essere né di destra né di sinistra dice, senza saperlo, di non essere una forza politica. Essere di destra o di sinistra significa avere la capacità di decidere scegliendo. Anzi...[CONTINUA A LEGGERE]