16-04-2020.Finché i contagiati non diminuiranno sensibilmente, con
l’indice di contagio sotto 1, non si potrà parlare d’altro. Il
corona virus, COVID 19, colpisce i polmoni e paralizza il cervello.
Un cittadino disciplinato, come sono in detenzione
domiciliare volontaria dal 6 marzo scorso, dovrebbe aspettare il 3
maggio prossimo per avanzare critiche al Governo, che fa quel che
può. In effetti, oltre che cittadino italiano, sono cittadino
lombardo ed europeo ed in questo momento ritengo che la Regione e
l’Europa ci abbiano deluso di più. Il collasso della sanità lombarda
è sotto gli occhi di tutti a causa del corona virus, ma la pandemia
è il sintomo non la causa. L’impreparazione ha messo in luce le
scelte organizzative di aver puntato sulla ospedalizzazione a danno
di un sistema di protezione e prevenzione territoriale, con spazio
sempre più ampio per la privatizzazione di un servizio pubblico,
pensato e nato come nazionale e universale. I medici di base sono
stati abbandonati e ne hanno pagato il prezzo, come tutto il
personale medico, tecnico ed infermieristico ospedaliero, ma tutti
ne abbiamo sofferto con la sottostima dei contagiati, che sono da
moltiplicare per 5, 7 o 10 volte. L’Europa non ha compreso che
la sfida che deve affrontare è globale e che non è solo un problema
finanziario, ma di modello di sviluppo, che riguarda tutta
l’umanità, che non sarà risolto dal Consiglio europeo del prossimo
23 aprile. Tuttavia non sono esperto di pianificazione sanitaria, né
di economia e finanza, ma di istituzioni pubbliche e mi colpisce e
stavolta, oltre che lombardo, italiano ed europeo, parlo anche da
milanese, il silenzio delle assemblee, che abbiamo eletto per
rappresentarci: il consiglio comunale, il consiglio regionale, il
Parlamento italiano ed europeo. Di quello provinciale come elettori
non siamo più responsabili dalla legge 56/2014, la Delrio, che non
ha abolito le Province, ma il voto diretto dei cittadini. A Milano
il Pio Albergo Trivulzio, la Baggina, è un simbolo dal 1767 come i
Martinitt e le Stelline rispettivamente dall’inizio e dalla metà del
1500 e i milanesi non possono restare indifferente alla morte degli
anziani ricoverati.
La Costituzione
garantisce ai cittadini italiani, che eleggono un Parlamento, del
quale ogni membro rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato
(art. 67) e che esercita le sue funzioni con disciplina e
onore(art.54), anche se nominati da 16 anni con leggi elettorali
incostituzionali. Dove sono? Dal 1° dicembre 2009 per il trattato di
Lisbona il Parlamento europeo rappresenta direttamente i cittadini
europei, anche quelli, i cui voti validi a milioni non sono
rappresentati per colpa di accesso del 4% superiore a quella per il
parlamento nazionale (3%). Cosa fanno? Eppure, si parla solo di
Sindaci, di Presidenti di Regione, di Governo e di leader di
maggioranza o d’opposizione e di Ursula e di ministri delle finanze. Gli
organi rappresentativi non ci rappresentano più, sempre meno in
Italia, da quando sono nominati grazie a un mix di premi di
maggioranza, liste bloccate, multi-candidature, voti congiunti,
disponibilità finanziare lecite e illecite. Il referendum
costituzionale sul taglio dei parlamentari era stato fissato con
eccesiva precipitazione e superficialità per il 29 marzo, una data
decisa dal Governo il 27 gennaio, quando il 20 già si era messo lo
stop ai voli da e per la Cina. La revoca è avvenuta in seguito alla
pubblicazione in GU di un decreto del Presidente della Repubblica
del 5 marzo, in seguito ad una deliberazione del Governo dello
stesso giorno senza una nuova data: un precedente pericoloso a
disposizione di chi volesse prorogare la vita di un Parlamento dove
abbia una maggioranza sicuramente perduta . Un particolare, il
decreto del Presidente della Repubblica va in G.U. , ma la
motivazione sta in un testo riservato, la cui lettura dipende da una
decisione della Presidenza del Consiglio, alla faccia della
trasparenza e del d.lgs 33/2013. Il termine per celebrare il
referendum costituzionale confermativo è stato prorogato di 240
giorni dall’art.81 del d.l. n. 18/2020, ratificato il 10 aprile con
voto di fiducia da un Parlamento, che ha anticipato il referendum
autoriducendosi del 45%, invece del 36,50%. Il diritto difesa non è
stato abrogato solo differito, chi vivrà vedrà.
Bisogna decidere
in fretta, ma anche saper fare una rapidissima marcia indietro
sperimentando organi/strumenti di garanzia in autotutela. Abbiamo
una guida sicura: la Costituzione o altrimenti il caos, parafrasando
un titolo storico dell’ Avanti!
del febbraio 1946.
Milano 11 aprile 2020
Felice K. Besostri
|