Intervista a Rino
Formica sul Quotidiano Nazionale del 13-12-2020
A Rino Formica, 93 anni,
socialista trotzkista, ministro di lungo corso dal 1980 al 1992
nei governi Cossiga, Spadolini, Andreotti, Craxi, Goria, De Mita,
la passione di Giuseppe Conte per la cybersicurezza e i servizi
segreti suggerisce cattivi presagi.
Il governo ha proposto, e poi
ritirato, la nascita di una fondazione per la cybersicurezza da
decine di milioni di budget. Capo struttura lo stesso premier.
Idea infelice?
"La velocità con cui il blitz è stato
tentato in manovra, e poi accantonato, prova l’ingenuità e la
pervasività della tendenza populista di Conte a cercare risposte
di presunta efficienza fuori dallo Stato. É, a livello operativo,
la conferma di un colossale trasformismo e di un’indifferenza
morale rispetto alle più disparate ipotesi di lavoro: tipo stare
con Salvini o con Zingaretti".
È normale che il premier
trattenga la delega ai servizi per due mandati di fila?
"È una facoltà di legge. Guarda caso, dal
2007 Conte è il primo a esercitarla".
Berlusconi diede l’incarico a
Gianni Letta, Monti a De Gennaro, Enrico Letta e Renzi a Minniti,
Gentiloni a Pizzetti, persino D’Alema nel 1998 affidò la delega a
Mattarella, suo vice. Solo Conte non si fida?
"L’antica arte del dossieraggio
suggerisce a tutti di tenere le antenne alzate. Ora, in epoca di
continua rivoluzione tecnologica, il controllo degli apparati di
sicurezza alimenta appetiti e tentazioni...[CONTINUA
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