«La democrazia non è un negozio»

Intervista a Luigi Zanda su Huffingtonpost.it del 12-03-2020

Senatore Zanda, il tema di questa conversazione è “come il virus cambia la democrazia parlamentare”. L’ha già chiusa?

No, ma proprio questo è il rischio da evitare. Partiamo da qui: ormai è chiaro a tutti che la crisi da Coronavirus sta mutando in qualcosa di molto più ampio, rispetto a come avevamo immaginato all’inizio.

Prosegua.

Non è solo una crisi economica e sociale, e nemmeno solo una crisi del nostro modello di vita, dei nostri costumi. O di sicurezza come abbiamo visto due giorni fa con la rivolta delle carceri. O nemmeno solo crisi nei rapporti interazionali con parecchi paesi che chiudono i voli per l’Italia. O ancora crisi della stessa ragion d’essere dell’Europa che, se non interviene con concretezza, perde la sue ragione di esistere. Questa è una mutazione anche del nostro sistema politico.

Che, peraltro, è entrato in questa emergenza in condizioni di grande fragilità: un governo traballante, un Parlamento non più specchio del paese, una torsione populista delle strutture democratiche.

Ecco, poi il virus. Mi ha colpito molto quello che è accaduto ieri. Che possano votare assieme maggioranza e opposizione, in una situazione di questo tipo, è giusto. Ma il punto non è questo. Il punto sono le modalità con cui ieri deputati e i senatori hanno votato, quasi che l’obiettivo fosse quello di raggiungere, in qualche modo, la maggioranza e di andare in fretta a casa. E non il “come” la maggioranza veniva raggiunta. Peccato, a me avrebbe fatto piacere veder votare simultaneamente il provvedimento nei due rami del Parlamento, e non semivuoti.

Mettiamola così: ieri c’è stato un gentlemen agreement, tra le forze politiche di fronte al pericolo di contagi. È il più grande stravolgimento parlamentare della storia della Repubblica reso necessario dal più grande stravolgimento sanitario. Che cosa c’è di sbagliato?

È una questione molto delicata su cui si deve stare molto attenti, perché bisogna sempre saper conciliare stato di eccezione e Stato di diritto. Ieri abbiamo visto alla Camera l’autoriduzione del numero dei votanti, la non richiesta di un numero legale e al Senato il voto a scaglioni e la limitazione della...CONTINUA CLICCA QUI