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			Domani, sabato 11 gennaio alle 10, 
			alcuni socialisti baresi si ritroveranno al cinema Galleria per 
			guardare insieme “Hammamet”, il film di Gianni Amelio su Bettino 
			Craxi appena uscito nei cinema italiani. Lo vedrà, invece, «con 
			tutta calma», l’ex ministro socialista, barese, Rino Formica. «Devo 
			dirle la verità - dice - Non ho questo desiderio spasmodico di 
			vederlo. Anche perché mi pare, da quel che ho letto e sentito, che 
			la chiave di ingresso sul tema non sia assolutamente rispondente al 
			vero». 
			
			Onorevole, “Hammamet” già non la 
			convince?«Si dice di Craxi che fosse arrogante. Era 
			l’opposto. Craxi, semmai, non era subalterno al potere ed era contro 
			l’arroganza altrui, contro quella della maggioranza eterna di 
			governo della Dc e contro quella dei comunisti per la tutela 
			esclusiva delle ragioni della sinistra italiana. Poi ho anche 
			sentito, dalle dichiarazioni dei protagonisti, che il film sia 
			centrato sugli ultimi mesi dell’esilio craxiano e su come cadde il 
			suo potere. Ma Craxi dall’87 non aveva più alcun potere, anzi era 
			debole anche all’interno del partito, dopo i risultati non 
			soddisfacenti delle elezioni di quell’anno».
 Quanto sarebbe stata utile la 
			lungimiranza politica di Craxi, oggi?
 
			
			«La lungimiranza di Craxi sarebbe stata utile negli ultimi 20-25 
			anni. Soprattutto, nel costruire una entità politica sovranazionale. 
			Lui non era un nazional sovranista. Era un sovranista europeo. 
			Puntava alle entità istituzionali sovranazionali, con un forte 
			rispetto delle ragioni dei singoli stati». 
			
			Molto diverso dal sovranismo 
			odierno di Meloni e Salvini?«Quello di Lega e FdI è 
			nazional sovranismo. Antistorico, ci porta all’isolamento e alla 
			sconfitta, e questi giorni sono da manuale. Oggi, nel Mediterraneo, 
			non abbiamo un solo Paese amico, a causa del nazional sovranismo che 
			ha intaccato anche buona parte della sinistra ufficiale».
 
			
			Ma i socialisti che fine hanno 
			fatto?«I socialisti dovettero soccombere non solo alla 
			decapitazione del proprio leader, ma anche alla criminalizzazione 
			del partito con un intervento chirurgico e selettivo sulla sinistra 
			che non era comunista. La Dc trovò, invece, un punto di salvezza con 
			il Pci e prestò una parte dei suoi personaggi a copertura del Pci 
			per un nuovo ciclo di alleanza. L’Ulivo non è che questo, il 
			tentativo di un cambio di maschera».
 
			
			Un disastro su tutta la linea o c’è 
			chi potrebbe riportare la barra a dritta?«Non bisogna 
			attendere il cavaliere bianco, ma occorre una maturazione...CONTINUA 
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