Intervista di U. Giovannangeli a Bobo Craxi su Il Riformista del
0-00-20211
Il “caso Del Turco” e quel “fine pena mai” che
sembra una condanna politica, e in molti casi anche persecuzione
giudiziaria, per chi, come l’ex segretario della Cgil, è stato
socialista. Socialista italiano. Quello che Bobo Craxi, già
sottosegretario di Stato agli affari esteri con delega ai rapporti
con l’Onu nel secondo governo Prodi, consegna a
Il
Riformista è un
appassionato j’accuse tra riflessione politica e testimonianza
personale.
È il
titolo-denuncia del Riformista che racconta l’ultima vigliaccata
nei confronti di un uomo gravemente malato. Qual è il segno
storico-politico di una vicenda che va oltre una dimensione
umanitaria? È
il segno evidente di una lunga ed ostinata persecuzione nei
confronti degli esponenti socialisti. A mia memoria non esiste in
Europa nessun gruppo dirigente di partito democratico che abbia
subito un ostracismo ed una persecuzione di questa natura in modo
così prolungato nel tempo. Vicende giudiziarie hanno spazzato via
il PSI ed i suoi dirigenti, perseguitati ora persino per
l’ottenimento di un vitalizio come è accaduto nel caso di
Ottaviano. Ad esso si aggiunge un isolamento politico prolungato
nel tempo e l’imbarazzante occupazione dello spazio socialista da
parte di forze politiche e di uomini politici che non hanno nulla
a che vedere con la storia del movimento socialista passato e
moderno. Io, a questo proposito, ritengo che sia stato un errore
aver concesso il glorioso simbolo del PSI per consentire un gruppo
parlamentare ai renziani. La gloriosa storia del nostro partito
non può essere un mezzo per dare un ruolo ed uno stipendio ai
professorini rottamatori della Leopolda. Per non parlare di
personalità politiche di limpidissima tradizione democristiana o
addirittura extraparlamentare che occupano in Europa posizioni
apicali per nome e per conto del Partito Socialista. Va detto una
volta per tutte: la Storia della DC ed anche quella del PCI sono
state storie alternative e financo antagoniste della
socialdemocrazia italiana ed europea. Non mi pare ci sia stato
grande revisionismo ideologico in quei settori tranne il vezzo di
esemplificare con il termine riformismo tutto ciò che appare
compatibile con la sinistra di Governo; francamente veramente
poco.
Nel suo articolo
di commento, il direttore di questo giornale ha posto una domanda
che le giro: “Possibile? Il partito erede di Gramsci e don Sturzo
in mano a dei piccoli Pol Pot” pentastellati?
Questo è un problema
che riguarda il PD. La vocazione a restare sempre e comunque
nell’ambito governativo ha piegato il Partito ad accettare un
rapporto subalterno con i populisti. Errore grammaticale serio
perché anche in Spagna il Psoe governa con i populisti...
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