|
"Cristiani in moschea",
11-12 settembre: tre milioni
di italiani e membri di
comunità straniere,di tutte
le fedi, contro terrorismo e
integralismo, e muri d'ogni
genere
di Fabrizio Federici
"Ha vinto l'Italia, hanno
vinto gli italiani di tutte
le religioni e di tutte le
provenienze, i cristiani, i
musulmani e i laici che
credono nell'apertura e non
nella chiusura. E siamo
stati uniti per abbattere il
muro del silenzio,
dell'indifferenza e della
confusione, sviluppando il
dialogo interreligioso e
interculturale e facendo
crollare qualsiasi
strumentalizzazione del
mondo arabo e islamico" .
Così Foad Aodi, medico
fisiatra, presidente delle
Comunità del Mondo arabo in
Italia (Co-Mai) e del
movimento internazionale
"Uniti per unire", commenta
i risultati dell'iniziativa
"Cristiani in moschea",
dell'11-12 settembre:
esattamente simmetrica a
quella di domenica 31
luglio, che, dopo lo
stillicidio di attentati
dell' integralismo islamico
in Europa, vide circa 23.000
mussulmani entrare nelle
chiese italiane,
manifestando solidarietà
all' Occidente colpito.
In varie regioni d'Italia,
molte associazioni islamiche
e moschee, appunto
quest'ultimo finesettimana e
inizio settimana, hanno
aperto le porte a visitatori
di tutte le fedi, liberi
credenti e laici;
organizzando anche migliaia
di cene di fraternità (2.000
solo a Roma). Per la prima
volta nella storia, la
festività musulmana dell'
"Eid Al Adha" ( 12
settembre, celebrante i
valori, essenziali per l'
Islam, della fede e della
piena sottomissione a Dio)
in tutta Italia è stata
onorata insieme a cristiani,
laici, cittadini d' origine
straniera e rappresentanti
delle istituzioni: a Torino
nel parco di Dora, a Como in
Piazza D'Armi, a Mestre al
Varco di San Giuliano; a
Corciano (Perugia), in
moschea; a Napoli, in Piazza
Garibaldi; a Bari presso il
padiglione della Fiera del
Levante, col patrocinio del
Comune; a Catania nel centro
sportivo in Via Zurria, e a
Milazzo sul lungomare
Garibaldi. A Roma, lo
scambio degli auguri è
avvenuto, oltre che nelle
moschee ( anzitutto quella
di via della Magliana),
anche in tre luoghi
pubblici: Largo Preneste,
Torpignattara (zona dov' è
presente una folta comunità
islamica) e Piazza Vittorio,
vera e propria "icona"
dell'integrazione ( con la
sua celebre "Orchestra"
cinematografica...). A
Ladispoli, sulla costa
laziale, è intervenuto
l'imam Salameh Ashour,
presidente della comunità
palestinese del Lazio.
Evidenti, i motivi della
scelta delle date: l' 11
settembre, quindicesimo
anniversario di
quell'attentato alle torri
Gemelle che ha cambiato per
sempre la storia del mondo;
e lunedì 12, con la
ricordata festa dell' "Eid
Al Adha". "Con
quest'iniziativa, ispirata a
princìpi e metodi d'un
integrazione "porta a
porta", che parte
letteralmente dal
pianerottolo di casa, per
mettere in moto un movimento
popolare", ha precisato
Aodi, che è anche "Focal
Point" per l'integrazione,
in Italia, per l' Alleanza
delle civiltà (UNAoC),
organismo ONU, "vogliamo
dare scacco matto al
terrorismo, in nome dei
valori essenziali di
democrazia, libertà,
laicità, reciproco rispetto
nei rapporti fra Stato,
Islam e altre confessoni
religiose; ma anche
all'individualismo e alla
smania di protagonismo che
spesso, purtroppo, hanno
rovinato l' Islam italiano.
Ben 2.000 comunità,
associazioni e federazioni,
su base nazionale e
internazionale, hanno
aderito, e, su 1.400
associazioni e centri
musulmani contattati, circa
1.200 hanno risposto. In
pratica, il 93% del mondo
arabo in Italia; e il 93% di
tutte le comunità straniere
( non solo arabe, cioè)
esistenti in Italia. Mentre
si può stimare in 3 milioni
circa, di cui un milione e
mezzo di musulmani ( in
Italia ci sono
complessivamente, 2 milioni
di credenti islamici,
N.d.R.), il numero
complessivo dei partecipanti
a questa manifestazione
dell'11- 12 settembre".
Importante la
partecipazione, alla moschea
romana "Al Fath" di Via
della Magliana, di Carmelo
Barbagallo, segretario
generale UIL. Una
partecipazione, osserviamo,
pienamente in linea con la
storica tradizione
socialista riformista di
rispetto per tutte le fedi
(a partire dal Camillo
Prampolini de "La predica
del Natale") e ricerca,
anzi, di possibili punti in
comune. "Da laico", ha detto
Barbagallo, "sinceramente
non molto credente, penso
però che tutti hanno diritto
di esercitare pienamente la
libertà di coscienza e di
culto". Il segretario UIL ha
ricordato la sua esperienza
personale, su questi
terreni, di tanti anni fa
nel sud della Sicilia, a
Mazara del Vallo, già
allora, negli anni '80,
piena di immigrati
extracomunitari. "A Roma,
poi, organizzammo, come
sindacato, una prima
protesta al Foro Italico, a
sostegno del diritto degli
immigrati ad avere dei
luoghi di culto; e
l'assessore capitolino
competente, socialista,
finalmente assegnò loro una
moschea provvisoria. Nel
maggio 1987, 40mo
anniversario della strage di
Portella della Ginestra, per
la commemorazione ( insieme
anche a Pizzinato, Carniti,
ecc...), organizzammo, per
la prima volta, dei pulmann
insieme anche agli
immigrati. Oggi, questo
nostro impegno traspare
anzitutto dal fatto che,
nello spirito della
Costituzione, stipuliamo
contratti nazionali di
lavoro validi per tutti i
lavoratori, non solo
italiani. Volevamo
organizzare , con CISL, CGIL
e i leader delle varie
comunità religiose, un Primo
maggio multireligioso; non
vi siamo riusciti, ma
senz'altro entro la fine
dell'anno organizzeremo
un'iniziativa
interreligiosa". E Gianna
Fracassi, della segreteria
nazionale CGIL: "Come han
giocato un ruolo importante,
tanti anni fa, nella
sconfitta del terrorismo
rosso e nero, così le
organizzazioni sindacali
devono fare, oggi, contro il
terrorismo su base
etnico-religiosa, per
l'abbattimento dei muri in
tutti i sensi". Sono
intervenuti, poi, Vanessa
Frazier, ambasciatrice di
Malta in Italia, il
rappresentante della Lega
Araba, il Presidente
onorario di AVIS Roma, il
pastore anglicano Mauro
Contili, segretario generale
dell' Università
Anglicano-cattolica "San
Paolo apostolo"; e altri
presidenti di associazioni,
comunità e Ong arabe,
straniere e su base
internazionale. Stefania
Catallo, presidente del
Centro contro la violenza
sulle donne di
Torbellamonaca "Marie Anne
Erize" ( giovane attivista
argentina, peronista di
sinistra, "desaparecida"
durante la sanguinosa
repressione scatenata 40
anni fa dai militari
golpisti) ha evidenziato
l'importanza, oggi, d'una
vera "rivoluzione culturale"
in tutti i rapporti, tra le
nazioni, i popoli e i sessi.
( DIDA DELLA FOTO ALLEGATA: "Foad Aodi, presidente Co-Mai e Uniti per Unire,
e Carmelo Barbagallo, segretario generale UIL" )

|
|