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LE ULTIME NEWS ( 6 News)


News 1


La Costituente Nazionale Partito Socialista Riformista Pse si è posta un obbiettivo politico di estrema importanza e di enorme valore culturale nel voler rendere protagonista del futuro dell'Italia una grande forza Socialista. Questo impegno è dovere di tutti i Socialisti ed in particolare delle nuove generazioni. La Costituente ha organizzato e sta organizzando decine di iniziative e anche attraverso " Domani Socialista ", ma per poter continuare a contribuire al raggiungimento del fine sopra indicato ha bisogno di un aiuto da parte di tutti. Sicuramente questo aiuto arriverà, come nella nostra storia è sempre arrivato dai veri Socialisti. Non conta la quantità ma il gesto e di questo ve ne siamo già da ora riconoscenti. Nelle prossime edizioni indicheremo i nominativi di tutti coloro che avranno sottoscritto un loro contributo. 

Conto Corrente Postale : 20 06 33 35

Causale : Sottoscrizione per un futuro Socialista  


News 2


 
Notizie dall' Emilia Romagna
 

PARMA - I Socialisti Esistono ancora !
Paolo Mora nominato Responsabile Regionale della Costituente Pse  

I socialisti esistono ancora: giovani uniti per lanciare un grande futuro "Socialista Riformista".
Paolo Mora, referente regionale di un progetto che promette la costituzione di una nuova forza politica di unità riformista. "Una terza via nella quale la globalizzazione sia vista come un'opportunità, e non come un pericolo. Siamo equidistanti dagli schieramenti esistenti e favorevoli al ritorno del proporzionale".

Il 29 Settembre centinaia di giovani si sono ritrovati a Siena, mossi dal comune invito a partecipare all'iniziativa organizzata dalla Costituente Nazionale del Partito Socialista Riformista (PSE). Si sono riuniti socialisti di ogni diaspora, "giovani di tutti i socialismi", eredi di storia e cultura politica.

Alice ha incontrato il referente regionale del movimento, nonché Presidente della Terza Circoscrizione di Parma: Paolo Mora.

Cosa ha significato l'incontro di fine Settembre? La nascita di una nuova realtà partitica?

Ha rappresentato il punto di partenza di un progetto politico che non vuole essere solo limitato a coloro che provengono dal Psi, ma vuole riuscire a coinvolgere tutte quelle persone che vivono la necessità e l'esigenza di ricreare una condizione politica capace di interagire con l'evoluzione della società. Sto parlando del tentativo di dare vita ad una grande forza Socialista Riformista in grado di tracciare con chiarezza una "terza via", distinta da quella della sinistra antagonista, capace di vedere nella globalizzazione non un pericolo, ma un'opportunità.

L'idea è quella di riuscire a concretizzare la nascita di una sinistra moderata e riformista in grado, da un lato, di difendere le conquiste di ieri e, dall'altro, di vincere le sfide di domani.

Vogliamo caratterizzarci per il grado di modernità e di coraggio e per il fatto di essere privi di indulgenze nostalgiche che ci ridurrebbero ad un ruolo di pura testimonianza.

Una sinistra verde ed ecologicamente sensibile, che dia priorità ad uno sviluppo sostenibile a livello ambientale, nel momento in cui le grandi forze mondiali non sembrano trovare un accordo in tal senso.

Una forza politica in grado di valorizzare l'individuo, la sua capacità di esprimersi e di realizzarsi nella società in cui vive.

Sarebbe sicuramente troppo affrettato considerarci già realtà partitica; non abbiamo assolutamente questa fretta, non ci poniamo ancora degli obiettivi elettorali. Dobbiamo ancora crescere, costruire un programma politico credibile...

Dove colloca i "paletti" che delimitano la vostra posizione politica? Vi ponete come presidio del vecchio insediamento di sinistra, oppure siete aperti a dialogare con il centro?

La risposta sta nella doppia funzione che deve porsi la sinistra oggi in Italia. Essa da un lato deve essere la casa delle vecchie categorie professionali le quali, poiché contano sempre di meno, rischiano di non essere tutelate da nessuna forza politica, dall'altro deve farsi portatrice di nuovi valori, identità e speranze per il futuro. Il compito che intendiamo andare ad assolvere è, quindi, indirizzato proprio in tale senso: rendere la sinistra italiana una forza politica in grado di coprire tutta la sua area e di varcarne i confini. Non più, quindi, ferma sulla soglia del centro.

Conquistare il consenso dell'elettorato moderato non deve essere esclusivo appannaggio dei partiti di centro moderati o cattolici che siano. Il nostro compito, come socialisti riformisti, vuole essere quello di dare una comune casa a chiunque concepisca la società come la concepiamo noi.

La parola "casa" mi suggerisce di domandarle se è ipotizzabile pensare ad un vostro futuro inserimento all'interno della realtà dell'Ulivo.

E' una domanda alla quale mi risulta difficile rispondere. Le ribadisco: il nostro obiettivo è quello di tracciare con chiarezza una "terza via" equidistante dagli schieramenti esistenti, in totale autonomia, quindi. Ho qualche dubbio riguardo l'ipotesi di una nostra possibile convergenza nella realtà dell'Ulivo attribuibile, soprattutto, alla situazione che oggi vi regna all'interno. Esso non è altro che la perfetta fotocopia di ciò che si vive nel centro-destra. C'è un'aggregazione eterogenea di movimenti che poco hanno da spartire gli uni con gli altri e che stanno insieme spesso per finalità opportunistiche, piuttosto che ideologiche o programmatiche. Questo schiacciamento da una parte o dall'altra è la naturale conseguenza di scelte strumentali imputabili al un sistema elettorale vigente. Noi, ad esempio, siamo per un ritorno del sistema proporzionale, magari con sbarramento, in quanto lo riteniamo sicuramente garante di maggiore democraticità.

Le liste civiche, quindi, come espressione di un sistema politico non abbastanza rappresentativo; eventualmente, un domani, come strumento del vostro movimento a Parma?

Ma senza ombra di dubbio! Nella nostra città non sono assolutamente rappresentati né gli ex-socialisti, né i liberali, né tanto meno i repubblicani. Questa parte di elettorato ha voglia e bisogno di trovare un espressione politica che lo rappresenti. Noi lavoreremo per questo, lasciando la porta aperta a chiunque si riconosca nelle nostre idee, affinchè ci si possa unire in un unico progetto. Lucia Manghi


News 3


  Anche a Vibo Valentia continua l'operato della Costituente Pse
NICOLA CARNOVALE è stato nominato Responsabile Provinciale

Sabato 23 c.m., presso la sede di via Corrado Alvaro in Vibo Valentia, si è svolta la riunione della “Costituente Nazionale Partito Socialista Riformista” giovanile al quale come noto è intervenuto Sandro D’Agostino responsabile organizzativo nazionale. A fare gli onori di casa il responsabile provinciale Nicola Carnovale, insieme a numerosi compagni provenienti dai vari comuni dell’interland Vibonese. A tale incontro hanno partecipato esponenti delle istituzioni provinciali e locali.Dal consigliere provinciale Fausto Costa all’assessore all’ambiente Alfonso Del Vecchio, l’assessore comunale di Serra San Bruno Cesare Melia, l’ex sindaco di Dasà Pino Malvaso e altri esponenti del movimento Socialista Vibonese

Il referente provinciale Nicola Carnovale dichiara:

“Ringrazio tutti i presenti accorsi in massa dai vari paesi della nostra provincia.Questa è la dimostrazione che stiamo lavorando bene e che il nostro impegno è incanalato nel verso giusto.

Voglio ribadire,onde evitare malintesi (e malelingue) che il nostro movimento lavora di pari passo con l’associazione Socialista Vibonese, esse percorrono strade parallele. Non sono e né  vogliono essere due ulteriori spezzoni dell’aria socialista, anzi esse fanno parte di un progetto nazionale d’unità socialista. La nostra presenza sul territorio non vuole essere una presenza sterile, né vogliamo fare saltuarie comparse. Il nostro impegno, il nostro lavoro è incanalato verso una precisa meta.Vogliamo renderci portavoce di tutte le necessità e di tutti gli eventuali problemi dei giovani del nostro territorio; vogliamo confrontarci sui temi di politica nazionale e locale, perché siamo pienamente convinti della validità e della concretezza della nostra ideologia e delle nostre idee nel pieno rispetto di quelle altrui,come la grande tradizione socialista insegna. Cercheremo di colmare quel “Gap” che a nostro malincuore si è venuto a formare tra la politica e i giovani, che continuano costantemente a perdere fiducia in essa.Proprio per questo proporremo a breve termine una serie di iniziative che interesseranno l’intero territorio provinciale. Paese per paese, faremo conoscere i nostri programmi nel tentativo di raccogliere sempre più consensi e renderci interpreti del malcontento popolare, tentando di rappresentare tutti coloro che, come noi, non si riconoscono in questo governo ed in una sinistra che costringe un partito socialista al silenzio per far spazio all’autoritarismo giudiziario di un Di Pietro.”

Il coordinatore organizzativo Sandro D’Agostino dichiara:

I socialisti si uniscano nell’elaborazione di una “Carta dei Valori” che abbia l’obiettivo di esaltare il necessario legame dell’uguaglianza alla libertà,che affermi il primato della politica sull’economia, che affermi i diritti globali del sapere, quelli universali dell’uguaglianza realizzabili solo attraverso la valorizzazione delle necessarie differenze di credo,di cultura,di orientamenti sessuali. L’unione dei socialisti passa attraverso la condivisione della carta dei valori e dei programmi minimi necessari per realizzare puri ideali.

E’ l’elaborazione di nuove idee che consente di superare le divisioni e le incomprensioni ingiustificabili, talvolta basate su inimicizie o semplici antipatie personali.

Non bisogna poi dimenticare come il rinnovamento culturale comporti anche un rinnovamento generazionale. Mediante l’operato giovanile.


News 4


Un nuovo quotidiano " La Gazzetta Politica "  

Presentazione del progetto editoriale del quotidiano "la gazzetta politica"

discutono con Claudio Signorile

Chiara Beria d'Argentine, Paolo Mieli e Renato Mannheimer
Giovedì 28 novembre alle ore 17
Circolo della Stampa
Corso Venezia 16,  Milano


News 5


" E’ ORA DI APRIRE UN CONFRONTO COSTRUTTIVO E DI MOSTRARE CHI SIAMO VERAMENTE "

"La Costituente si pone di contribuire in questa direzione"

Questo il commento di DelBene Daniele  Presidente della Costituente.

" In questi ultimi anni migliaia sono stati i Circoli le Associazioni, i movimenti locali e Nazionali e i singoli compagni che hanno, con grandi sforzi, mantenuto accesa una fiamma socialista, non per nostalgia, non per un rimpianto del passato, ma per poterla rendere protagonista di un focolaio più grande. Queste fiamme rappresentano tutte una storia gloriosa per l’Italia, una grande cultura politica che ha contribuito a rendere democratico e moderno questo paese , che ha portato al riconoscimento di diritti e conquiste sociali fondamentali.Queste fiamme rappresentano quindi un patrimonio che non deve essere disperso, ma che deve essere grado d’interagire con l’evoluzione della società di oggi e di domani .Sono passati gli anni bui del socialismo democratico Italiano, sono passate e ormai dimenticate le tortuose vicende giudiziarie che volevano cancellare gli anni più significativi della storia d’Italia. Oggi, dopo più di un decennio, la mancanza di una grande forza Socialista Laica Riformista fa sentire i suoi sintomi. Il nostro paese ha bisogno di una grande forza politica che sappia rinnovarsi con le esigenze dei giovani , dei lavoratori , delle classi più deboli e indifese , sappia dare risposta alla disoccupazione, alle nuove necessità del mercato del lavoro salvaguardandone le regole e i diritti, sappia portare l'Italia nel secolo che è appena iniziato con la capacità di camminare a fianco dell'innovazione tenendo per mano l'individuo .Una forza socialista capace di garantire l'uguaglianza tra le diverse culture e popolazioni riconoscendone le proprie differenze, che sappia contribuire alla nascita di un' Europa consolidata , capace di garantire una forte politica sociale, espressione di libertà e democrazia in tutto il mondo.

Il nostro impegno deve essere in questa direzione; è dovere di tutti noi essere aperti a un confronto comune, in questo confronto potranno essere messe in discussione lidership , situazioni organizzate, dovranno essere superati vecchi rancori personali, ci sarà la necessità di creare una nuova classe dirigente di fronte alla quale ognuno dovrà portare la propria esperienza , dovrà vigere solamente il raggiungimento di un obiettivo politico nell’interesse del nostro paese.Dalla sensibilità a quanto sopra si mostreranno i veri Socialisti, quelli che hanno mantenuto una fiamma per costruire un futuro, quelli che hanno lottato e fatto dei sacrifici per segnare una nuova storia , ma anche quelli che purtroppo l’hanno fatto solamente per interessi personali ."


News 6


 Continua l'iniziativa, promossa dalla Costituente Pse, per Federare Circoli e Associazioni Socialiste . Decine sono già le Adesioni. Per maggiori informazioni : www.associazionisocialiste.ion.it  


I CONTRIBUTI DEI LETTORI ( 4 )


 

Un’Associazione Politica Laica e Socialista: Come, Quando e Perché?

Perché:

La cd. Seconda Repubblica non ha rappresentato ciò che i benpensanti del nostro paese avevano programmato e, cioè, una stagione di rinnovamento politico. Gli anni ’90 sono stati caratterizzati dalla scomparsa del radicamento sociale e territoriale dei partiti, trasformatisi in una riunione di persone attorno ad un capo. Vengono meno programmi, manifesti di valori, si impongono tatticismi di galleggiamento, spot elettorali.Una democrazia malata doveva essere guarita, si è scelta una via più crudele: è stata uccisa. E’ nata la democrazia televisiva che spalanca le sua braccia a chi ha accesso facilitato ai mezzi di comunicazione, e solo apparentemente è più disponibile ai cittadini. Infatti, cala la partecipazione attiva dei cittadini alle attività partitiche, ed anche la semplice partecipazione alle consultazioni elettorali. Disaffezione alla politica, e rinuncia ai propri diritti.

Manca tuttora un progetto che segni una discontinuità; i socialisti hanno il dovere di suggerire un’alternativa.

Come:

Coma sta avvenendo finora, con una grande partecipazione dal basso, con nuova passione verso la politica e con la volontà di operare un rinnovamento culturale che porti ad una nuova etica dell’amministrazione.

Si impone che il tutto venga accompagnato da una imponente operazione culturale.

Toccherà al mondo della cultura (non elitario, ma attento ai contributi dell’opinione pubblica) realizzare una sana e, necessaria, revisione storica degli ultimi trent’anni del secolo scorso, con grande attenzione alle tristi vicende degli anni ’90. Alexis de Toucqeuville affermava, nello spiegare il suo metodo d’indagine storica: "Ho fatto come quei medici che, in ogni organo estinto, cercano di sorprendere le leggi della vita". La storia è il nostro patrimonio secolare, e il nostro punto di partenza per un futuro d’unione socialista nella chiarezza.

Ripeto bisogna guardare alla storia, non com’è avvenuto finora con malsana necrofilia ma per cercarvi una regola che coinvolga il presente e fondi di più sicuro l’avvenire. Serve un’opera di onestà, serietà, studio, riflessione; una riflessione non militante, non servono gli slogan o le piazzate.

Accanto all’opera di verità, l’opera politica.

I socialisti si uniscano nell’elaborazione di una "Carta di Valori" che abbia l’obiettivo di esaltare il necessario legame dell’uguaglianza alla libertà, che affermi il primato della politica sull’economia, che affermi i diritti globali del sapere, quelli universali dell’uguaglianza realizzabili solo attraverso la valorizzazione delle necessarie differenze di credo, di cultura, di orientamenti sessuali.

"Il diritto del cittadino è il diritto all’uguaglianza delle possibilità. Ciò significa parità nel diritto a manifestare e coltivare le differenze o le disuguaglianze, la parità nel diritto ad essere riconosciuto diverso".(T.H. Marschall)

L’unione dei socialisti passa attraverso la condivisione della Carta di Valori e dei "programmi minimi" necessari per realizzare i puri ideali. E’ l’elaborazione di idee nuove che consente di superare le divisione e le incomprensioni ingiustificabili, talvolta basate su inimicizie, o semplici antipatie personali.

Non bisogna poi dimenticare come il rinnovamento culturale comporti anche un rinnovamento generazionale. Quindi attraverso all’opera dei giovani.

Quando:

Subito, non aspettiamo altro tempo.

Abbiamo di fronte una sinistra smarrita, confusa, senza identità. Riaffiora una sua caratterizzazione in senso massimalista. E’ un massimalismo moderno che ha solo alcune caratteristiche del vecchio massimalismo.

Prendo in considerazione i due aspetti, a mio parere, più rilevanti.

Da una parte il suo contatto con il passato, il massimalismo come irresponsabilità.Siamo difronte ad una sinistra che non si pone come obiettivo il cambiamento graduale della società, e che individua il suo nuovo nemico nella globalizzazione.E’ una sinistra tanto diversa da noi quanto importante. Ha una grande capacità di elaborazione, di coinvolgimento di masse giovanili, ha soluzioni difficilmente realizzabili e talvolta anche non condivisibili, ma offre la possibilità di proporre nuove idee,ed opera da stimolo per una sinistra più "istituzionale".E’ la sinistra di una parte del movimento, che ha una sua morale e con cui è necessario istaurare un rapporto di collaborazione e confronto.

Vi è poi un’altra forma di massimalismo quello più vicino ai nostri giorni.

E’ il massimalismo qualunquista che offre una visione semplicistica della società, una sinistra neo-borghese; la sinistra penale, giustizialista, forcaiola.Una sinistra che non accetta le differenze, ma pronta ad accettare falsificazioni, di aprire le proprie braccia a sceriffi inquisitori di destra.E’ la sinistra dell’indignazione permanente che fa di tutta un’erba un fascio; per cui i socialisti sono stati socialfascisti prima e ladri poi. Una sinistra drogata dalla falsa purezza di chi non ha mai sbagliato, dal senso di superiorità morale, la sinistra che non cambia.

E bisogna aver paura di chi non cambia. E’ questa la sinistra con cui non possiamo essere uniti.

La nostra autonomia non ha mai significato separatezza, l’autonomia è capacità d’elaborazione, è relazione nella chiarezza con chi c’è simile, è scontro sempre leale con gli avversari politici.

Accettiamo l’invito a non aver paura:

"Vale la pena di battersi, perché non c’è scritto da nessuna parte che debbano vincere per forza le carogne".(K.Marx).

Non abbiate paura di rispondere alla propria coscienza, al proprio sentirsi socialista.

Non abbiate paura a rompere il patto con i professionisti della politica, a vivere la politica in modo diverso da un rapporto di vassallaggio (fedeltà in cambio di protezione).

Non abbiate paura dei precedenti fallimenti "talvolta è più difficile essere il secondo che il primo. Basta meno genio, ma occorre più coraggio. Il primo inebriato dall’innovazione ha potuto ignorare il pericolo, il secondo vede l’abisso e vi si precipita".(V. Hugo)

Sandro D’Agostino - Responsabile Organizzativo Costituente Pse


Contributo 2


 DE MARTINO: UN MONITO PER NOI GIOVANI

Nella sua casa di Napoli il 18/11/2002 si è spento serenamente il professore Francesco De Martino, l' ultimo socialista storico della stagione d'oro del dopoguerra. Proprio nella stagione successiva alla Liberazione De Martino comincia la sua attività politica nel Partito d'Azione con Ferruccio Parri e Omodeo, impegnandosi con dedizione nella diffusione degli ideali socialisti e sforzandosi nel definire chiaramente il significato della parola "socialista".

Francesco De Martino ha sempre rivolto tutto il suo impegno politico nella ricerca dell' unita dei socialisti, di tutti quei socialisti che trovavano le loro radici nel partito fondato a Genova nel 1892 (anche dei comunisti dunque);soffrì molto per le numerose scissioni che hanno caratterizzato la storia dei socialisti: Palazzo Barberini nel 1947 e la fuoriuscita dal Partito di Basso e Foa nel P.S.I.U.P.

Nel 1949 al ventottesimo congresso di Firenze appoggia la vincente "mozione di sinistra",nel 1955 viene eletto dai delegati del trentesimo congresso nel Comitato Centrale del Partito, nel 59 nella sua Napoli viene eletto vicesegretario di Nenni e quando questi divenne vice-presidente del consiglio nel governo Moro assunse la carica di segretario del P.S.I.

Sempre legato agli umili e alle classi sociali meno ricche non si dimenticò mai dei compagni napoletani con i quali fino a qualche anno fa celebrava un rito quasi sacro : il brindisi di fine anno.

De Martino cercava sempre di ridurre le polemiche in campo social-comunista, evidenziando sempre i tratti comuni dei partiti di sinistra.

Non avendo mai conosciuto Mommsen (come lo soprannominò ironicamente Saragat) ho potuto apprendere il suo operato per la democrazia, la giustizia e il socialismo dai libri sulla nostra storia; il mio rimpianto è non essere ancora nato quando De Martino come segretario del partito tentò con Tanassi la breve riunificazione del P.S.I e dello P.S.D.I.

un' esperienza breve ed infelice durata appena tre anni. Il 30 ottobre del 1966 alla Costituente per la riunificazione socialista De Martino dice:"imprimere l'unità socialista significa fare una premessa per l'unità di tutti i lavoratori…..premessa necessaria a mantenere vivo quello che è il senso profondo del socialismo".

Il periodo difficile per De Martino comincia nel 1975, quando il 31 dicembre scrisse un famoso fondo sull'Avanti! nel quale parlava di "equilibri politici più avanzati", in sostanza De Martino lasciava intendere che le differenze tra P.S.I. e P.C.I. erano poche e che quindi si doveva progredire in un partito unico.Le conseguenze di quest'idea furono una sconfitta elettorale storica del P.S.I. nel 1976.

Nella sua carriera politica il professore fu anche direttore di Mondo Operaio.

Poi ci fu il Midas, il nuovo corso craxiano e il ritiro di De Martino dalla scena politica.

Il De Martino sconfitto, non troncò mai i rapporti con tutti i compagni che dopo il suo abbandono passarono tra le file dei craxiani e allo stesso modo non fu mai dimenticato dal Partito negli anni del governo; infatti in occasione del rapimento del figlio Guido da parte della camorra napoletana i primi a mobilitarsi per il recupero dell'ostaggio furono proprio quei socialisti che al Midas lo avevano "fatto fuori".

Nel 1983 si fa eleggere al senato in un collegio unico P.S.I.-P.C.I.

Nel 1991 viene nominato dal Presidente della Repubblica Cossiga senatore a vita insieme a personaggi come Gianni Agnelli e Giulio Andreotti.

L' impegno di De Martino per la democrazia, la libertà e la giustizia sociale fu profuso non solo in campo politico, ma anche in ambito professionale: dal 1936 è docente di storia del diritto romano presso l' università napoletana Federico II, tra i suoi allievi il prof. Casavola e l'attuale preside della facoltà Scudiero; tutt'oggi molti studenti italiani preparano gli esami di diritto romano studiando sui suoi testi.

Il De Martino che noi giovani socialisti ricorderemo sempre nei nostri cuori è quel De Martino che nel 68 in un clima di grande tensione studentesca fu tra i primi ad essere sensibile nei confronti dei problemi dei giovani, esaltando la loro lotta contro le strutture inadeguate dell'università e, condannando le derive estremistiche della protesta, proponeva una riforma universitaria e della scuola che "assicurasse l'autonomia e la partecipazione di tutte le componenti nella vita universitaria".

La riunificazione dei socialisti per la quale De Martino si è sempre battuto è a mio giudizio uno degli obiettivi principali della Costituente nazionale del Partito Socialista Riformista -PSE-, noi giovani guarderemo al futuro ricordandoci del grande messaggio che De Martino ci ha lasciato in eredità.

Ciao professore

FABIO PICONE - Responsabile Costituente Pse Campania Cari compagni e amici,


Contributo 3


sono molto contento che stia risorgendo un forte e deciso impulso riformatore: occorre recuperare quanto di meglio ha prodotto la cultura laico-socialista in questo Paese. La liquidazione del Partito Socialista è stata una iattura non solo per la Sinistra italiana, ma per l'Italia nel suo complesso. Oggi più che mai c'è il bisogno impellente, a Sinistra, di cultura riformista e social-democratica. Io credo, tuttavia, che non si approderà a nulla senza un dibattito politico-culturale a tutto campo, serio e approfondito. Due punti mi paiono essenziali: (a) quale dev'essere la collocazione dei membri della diaspora socialista?; (b) perché non avviare finalmente un dibattito sul rapporto tra le due Sinistre, socialista e comunista, in Italia?

Per quanto riguarda il primo punto (a), non possono esserci fraintendimenti o posizioni ambigue: i socialisti, da che mondo e mondo, sono sempre stati a Sinistra. Non ha alcun senso stare a Destra. Capisco l'animosità di chi si è sentito vittima degli attacchi durissimi sferrati dalla Sinistra comunista-giustizialista (e il punto due (b) dovrebbe occuparsi, in primis, proprio di questo). Capisco anche che l'Italia è un Paese anomalo: il PCI ha sicuramente contribuito a bloccare il sistema politico e a rendere pressoché impossibile l'alternanza e il ricambio della classi dirigenti. Mi domando, tuttavia: che senso ha aggiungere a questa anomalia un'altra, ben più grave, anomalia? In altre parole: perché schierarsi a Destra? Io non criminalizzo Berlusconi (come purtroppo fanno in molti a Sinistra), ma ho scelto i DS, e non sempre vivo bene questa scelta: ci sono ancora forze conservatrici e vetero-comuniste in quell'area. Ma è da lì che occorre ripartire. Come potremo cambiare le cose a Sinistra se una parte di noi preferisce aderire a Forza Italia? L'autonomismo craxiano poteva avere un senso quando c'era il pachiderma comunista, immutabile e dogmatico. Oggi la situazione è profondamente mutata: la Sinistra ha bisogno di tutte le forze disponibili, e soprattutto quelle laico-socialiste-riformiste, per diventare credibile come forza di governo. Mi sembra di cogliere qualche segnale positivo: la nascita del quotidiano Il Riformista, per esempio. Iniziative di tal genere devono essere sostenute lealmente da tutti i socialisti: dobbiamo scontrarci e confrontarci a Sinistra - per creare quella Sinistra moderna, europea e riformista che Craxi stesso diceva di volere. Se dite di credere ancora nell'autonomismo craxiano, allora aderite a nuove iniziative che LOTTINO ALL'INTERNO della Sinistra; la nostra vera lotta è isolare e combattere le derive estremistiche della Sinistra italiana (Rifondazione comunista, i no-global ecc. ecc.). Ripeto: non ha senso stare a Destra.

Per quanto riguarda il punto (b), sarebbe meglio parlarne separatamente: si tratta di una questione molto complessa. Dirò solo questo: oggi è ancora evidente il perdurare di antiche divisioni, che si speravano superate per sempre - prima fra tutte, quella tra massimalisti e riformisti, tra Sinistra di governo e Sinistra radical-antagonista. Solo un dibattito politico-storico serio sui rapporti tra PCI e PSI ci permetterà di sbrogliare questa matassa. Una sola cosa è certa: occorre umiltà politica e disponibilità da entrambe le parti: il PCI, e i suoi eredi, devono riconoscere i loro errori (e non solo quelli storici o di antica data: pensiamo al giustizialismo di Mani Pulite e al livore anti-socialista), ma anche il PSI deve fare la sua parte: non ci si può solo atteggiare a vittime di una congiura ordita dai giudici. Mani Pulite è stata senz'altro una stagione oscura (la Magistratura italiana non può essere posta su un piedistallo e santificata) e sicuramente il PSI ha pagato un prezzo altissimo, forse eccessivo. Io non giudicherò mai e poi mai Craxi un criminale; sono infatti convinto che Craxi sia stato il capro espiatorio per le colpe di una classe dirigente intera. Detto questo, però, anche sul craxismo e sui suoi limiti deve essere avviata una riflessione politica di ampio respiro.

Dr. Edoardo CRISAFULLI, funzionario promozione culturale, Ministero Affari Esteri


Contributo 4


Vicenza, 04/09/2002

Il grande girotondo per la giustizia (contro la legge Cirami, in sostanza) programmato per la metà di settembre ha contribuito più che a indebolire l’Esecutivo Berlusconi a diminuire ulteriormente la credibilità del centro-sinistra. Non voglio certo sostenere che sia negativo che chi vuol protestare porti la propria opinione anche nelle piazze e lo faccia affiancandosi o opponendosi ai partiti ma è ridicolo e deludente l’inseguimento che i vari leaders della sinistra si sentono in qualche modo obbligati a fare nei confronti di Moretti o di "Pancho" Pardi o di chiunque altro dia loro dell’incapace e proponga una manifestazione di piazza (Cofferati docet…).

Il ruolo tradizionale dei segretari di partito era quello di rappresentare una linea politica, prendere le posizioni che si ritenevano giuste e schierare la propria organizzazione per difenderle nel territorio (vedi le sezioni di partito), in Parlamento attraverso i gruppi parlamentari e nel rapporto con la società attraverso le associazioni e i movimenti.

Oggi invece sembra i nuovi leaders della sinistra sentano il peso della "colpa" di essere uomini di partito o che ritengano di gran lunga migliore essere spettatori passivi del nuovo "film" di Moretti piuttosto che ritornare a fare politica battendo l’Italia, sezione per sezione, con l’orgoglio di fare opposizione dicendo le cose, senza urlarle, nel Parlamento e in periferia.

La sinistra continua a scontare il complesso dell’antipolitica. Dal 1989, caduta del comunismo, al 2001, ultime elezioni vinte da Berlusconi, è stato un crescendo di autocritica ipocrita nei confronti del sistema dei partiti. Con ben poche eccezioni (lo SDI per esempio) la sinistra si è fatta trascinare sul terreno della demagogia, del mito della "società civile" altra rispetto ai partiti. E ciò ha contribuito a far sì che i partiti della sinistra si siano sgonfiati, imbolsiti, lasciando spazio sul territorio a chi i partiti li sa costruire, come la Lega o An ed ora anche Forza Italia.

Tutti insieme, Berlusconi, Bossi, addirittura Fini, sono riusciti a far passare il messaggio che la sinistra rappresenti la politica invasiva e statalista, il malaffare dei partiti, la corruzione delle clientele. Solo che Lega, Berlusconi, Fini, Casini, Buttiglione… non sono arrivati da Marte ma sono eredi a pieno titolo, nelle fortune pubbliche come in quelle private, del sistema politico che ininterrottamente ha governato l’Italia dal dopoguerra. Oggi però rappresentano il nuovo. E la sinistra li ha di fatto aiutati lasciandosi travolgere innanzitutto dagli effetti del 1989, l’anno del crollo della politica delle ideologie. I comunisti sostenevano che, finito il comunismo, di certo non era più tempo nemmeno di socialismo riformista. Poi i giudici, con il loro salvacondotto per gli ex comunisti, hanno oggettivamente consegnato la leadership della sinistra all’unico partito che non aveva storicamente le carte in regola per proporsi alla guida del paese. E così Berlusconi ha avuto buono gioco nel proporsi come guida, rifugio e protezione del ceto medio e di quello emergente che, a ragione, non ne possono più di pagare tasse con aliquote astronomiche e contemporaneamente di avere strutture e servizi da profonda periferia dell’Europa.

Non bastasse tutto ciò, successivamente è stato fatto fuori Prodi, il miglior leader possibile in quel momento. Infine, 2001, dal cilindro magico è uscito il "ticket" Rutelli-Fassino, questa incomprensibile identificazione del capo e del vice-capo, come si fa alla scuola materna per far contenti tutti.

Oggi, 2002, il ticket è al seguito di chiunque abbia un po’ di iniziativa. Sballottati dalle correnti, precari, senza l’orgoglio e la dignità di veri capi partito, sembrano star lì in attesa di qualcuno che dica loro cosa fare.

Non credo che una sinistra così raffazzonata batterà Berlusconi così come i centomila che forse "girotonderanno" con Moretti non convinceranno a tornare nemmeno uno di quelli che hanno abbandonato la sinistra per la destra. E sicuramente ha ragione D’Alema, uno che di politica e dignità se ne intende, dicendo che se la sfida è tra girotondini ed esecutivo si fa solo un favore a Berlusconi.

Otello Dalla Rosa - Vicenza -
www.clubsocialista.it
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