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                Il
                2 Luglio grande
               
              
                Assemblea-Congresso
                di SèL
               
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                 <Le elezioni europee sarebbero state sì un'occasione per un'accelerazione del nostro progetto, ma non l'elemento fondamentale alla realizzazione dei nostri obiettivi. >  | 
            
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              << Qualcuno ha
              parlato di sconfitta di "Socialismo è Libertà" in
              quanto non è riuscita a creare una vera e propria lista di unità
              socialista per le prossime elezioni Europee.
             
            
              Le elezioni europee
              sarebbero state sì un'occasione per un'accelerazione del nostro
              progetto, ma non l'elemento fondamentale alla realizzazione dei
              nostri obiettivi.
             
            
              A Pianoro (
              Bologna ), il 21 Febbraio, giovani e meno giovani hanno infatti
              ribadito che la costruzione di una grande Partito Socialista in
              Italia è un percorso da realizzare  con un progetto di lunga
              durata. 
             
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               SèL : Sostegno alle realtà del socialismo Unitario locale  | 
          
La proposta dell'Associazione Socialismo e' Liberta' per una lista unitaria dei socialisti alle elezioni europee non e' stata accolta dallo SDI e dal Nuovo Psi. La logica di schieramento ha prevalso. L'identità socialista e la sua tradizione storica sono state oscurate. Si tratta di un grave errore che ritardera' la rinascita riformista. L' Associazione non sara' presente alle prossime elezioni europee, ma dara' sostegno e simbolo alle realta' del socialismo unitario locale per concorrere nelle elezioni municipali e provinciali al successo di coalizioni che si oppongono al centro-destra.
                Milano,Idee
                per una nuova politica
               
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                  Gorizia
                  : SèL e
                  Costituente Pse entrano nelle case 
                  ........
                 
                 | 
            
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                   Dopo avere letto l’ultima lettera del nostro presidente Formica, mi sono sentito in dovere di rilanciare un appello a dire il vero abbastanza datato: ne parlammo la prima volta circa 3 anni fa.Il processo di rifondazione socialista abbiamo detto passa prima da un opera di ricostruzione del pensiero socialista, e solo dopo da un partito unitario. Abbiamo anche ricordato più volte che l’opera di rilancio non può che essere affidata ai trentenni (io aggiungerei anche i quarantenni), gli unici che possano superare le divisioni passate proprio perchè non le hanno vissute o, comunque, perchè non ne erano i principali protagonisti.  | 
              
Dario Specchiale - Responsabile Costituente Pse - Provincia di Catania
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              Il
              fallimento della lista unitaria dei socialisti per le Europee,
              meta prioritaria che gli ispiratori di Socialismo e Libertà si
              erano prefissati al momento della sua nascita come avvio di un
              percorso di risoluzione alla diaspora socialista, deve significare
              per i giovani un momento di seria riflessione, allo scopo di
              delineare i confini che dovranno in futuro segnare il campo di un
              processo di rinascita socialista. Ci siamo tutti illusi che
              la nomenclatura del vecchio PSI avesse finalmente ritrovato quella
              voglia di stare insieme attorno ad un progetto di riscatto
              socialista, dopo dodici anni di disgregazioni e lacerazioni,
              ancorato al tradizionale collocamento dei socialisti nella
              sinistra
             
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Per paura di sparire dalla scena politica i socialisti si sono DIVISI. Agli uni non piace stare con Berlusconi, ma sono lieti di FINIRE a debita distanza dagli ex-comunisti. Gli altri non piacciono gli ex-comunisti, ma è meglio FINIRE a debita distanza da Berlusconi. Gli uni e gli altri non usano il termine "FINIRE" bensì " PER NON SPARIRE". Il risultato è che il partito dei veri socialisti democratici è un riflesso di convenienza per Dalema-Prodi e Berlusconi-Bossi-Fini. Gli schieramenti contrapposti hanno accolto i socialisti solo perchè erano meglio che niente e comunque erano "quelli buoni". I Socialisti non devono andare da nessuna parte: devono solo esserci. Esserci con la loro identità e i loro principi. Non possono allearsi con la destra perchè è portatrice di idee contro le quali i socialisti si sono da sempre battuti. Non possono " spostarsi a sinistra........" che cazzo, spostarsi dove???? NOI SIAMO LA SINISTRA DEMOCRATICA in questo Paese! E'il momento di tirar fuori tutto il nostro coraggio per finalmente DECIDERE di RITORNARE AD ESSERCI. Niente trattative, niente tatticismi,mandiamo avanti i ragazzi, i giovani tutti in prima fila e i ricchi di esperienza in seconda a coprire loro le spalle. Principi, Ideali, Disinteresse e i GIOVANI. Lasciamo campo libero ai giovani. Noi anziani e vecchi siamo troppo legati e condizionati. Il Partito Socialista può rinascere se si ha il coraggio di agire e se qualcuno ha il coraggio di mettersi da parte. Fraterni Saluti.
Antonio Alfo - Milano
      
        
          
      
             
        
      
 LETTERE
              & COMMENTI ......
              domanisocialista@libero.it
Coerenza e continuità negli intenti di Socialismo è Lbertà.
Caro Direttore,
L’articolo pubblicato da Nuovo Quotidiano di Puglia ( ieri 4 marzo 2004) dal titolo << A sinistra, ma fuori dall’Ulivo>> le cui colonne riportano la notizia che Claudio Signorile si presenta alle Europee capolista nelle circoscrizioni Centro e Nord Ovest, De Michelis al Sud e al Nord Est e Bobo Craxi alle Isole (sembra quasi il dispiegamento di una battaglia navale…) con una lista denominata “ Socialisti uniti per l’Europa”, scaturisce l’obbligo, soprattutto per tanti socialisti che non si riconoscono in questa “unità” e di conseguenza non si sentono rappresentati, l’obbligo di una precisazione, riporto un comunicato del Presidente dell’Associazione Nazionale “Socialismo è Libertà” che così recita: << La proposta dell’Associazione Socialismo è Libertà per una lista unitaria dei socialisti alle elezioni europee non è stata accolta dallo SDI e dal Nuovo Psi. La logica di schieramento ha prevalso. L’identità socialista e la sua tradizione storica sono oscurate. Si tratta di un grave errore che ritarderà la rinascita riformista. L’Associazione non sarà presente alle prossime elezioni europee, ma darà sostegno e simbolo alle realtà del socialismo unitario locale per concorrere nelle elezioni municipali e provinciali al successo di coalizioni che si oppongono al centro-destra>>. Rino Formica.
La costituzione dell’Associazione nasce conseguentemente al fallimento di chi definendosi socialista è collocato sia a sinistra marginalizzato sia (addirittura) a destra, lo dicono le percentuali da prefisso telefonico causate dall’assenza totale di una forte e determinata voce socialista. Molti sono stati i socialisti della sinistra che hanno aderito all’Associazione il cui progetto era ed è quello di far rinascere un vero e grande soggetto socialista riformista, inesistente in Italia da fin troppo tempo, dall’unione di vere coscienze socialiste, il cui fine non era e non è certamente il raggiungimento di un “posto al sole”, ma la realizzazione di un progetto politico basato sui valori ed ideali per i quali si costituì il P.S.I. Un soggetto socialista rivolto esclusivamente ai gravi problemi del nostro Paese e del mondo intero, un soggetto rivolto alla realizzazione di un Partito che non si definisca soltanto socialista ma che lo sia concretamente nei fatti. Quei famosi fatti testardi che ci testimoniano l’assenza totale del vero socialismo e del vero riformismo nell’interesse generale e non a quello particolare, come ho già ampiamente espresso in precedenti interventi.
Questo cammino si è avviato, almeno così è apparso, anche con l’ex Ministro Signorile che, a quanto pare, ha poi determinato autonomamente altre scelte e forse anche con altri obiettivi. Per essere più precisa riporto uno stralcio di intervista di Aldo Torchiaro rivolta a Rino Formica. Alla domanda del giornalista “…mentre tra lei e Claudio Signorile si è rotto un asse storico…, Formica risponde: “ tra me e Signorile si è consumata una divisione sulla base della mia coerenza, non si può predicare a sinistra e portare voti a destra. E’ un’incoerenza completa. Qui si sta lottando, mi sembra, per la sopravvivenza personale di alcuni individui, non sono più in gioco le idee”.Alla luce dei fatti che vedono lo Sdi accovacciato sornione fra le argentee foglie dell’Ulivo, i socialisti di De Michelis e Bobo Craxi (un tempo candidato con lo SDI…) notoriamente nel centrodestra a fianco di Berlusconi dalla cui costola non hanno nessuna intenzione di separarsi se non per il tempo necessario delle europee per far ritorno nella Casetta d.l. della serie cu-cù , uniti ,come appreso dalla stampa, con Signorile che vuole una lista per le europee a sinistra ma fuori dall’ulivo, cosa vuol dire? Se non un ibrido pastrocchio e che, forse, il vero significato lo bene interpetra il sopratitolo del titolo riportato da Quotidiano che così recita: “ …Claudio Signorile candidato per la conquista di un seggio al Parlamento di Strasburgo”, titolo anche buono per soci e company. Chissà cosa direbbe o penserebbe Nenni, Pertini ed anche Bettino soprattutto quello “di Sigonella”. Da un’altra parte ci sono i tantissimi socialisti di varie associazioni citate nell’articolo di ieri, tra cui l’Associazione “Socialismo è Libertà” che, per i motivi espressi dallo stesso Formica, continua il suo cammino per una strada opposta, viene spontanea una domanda : << Come si fa a presentarsi alle elezioni europee definendosi Socialisti Uniti per l’Europa? Fra tutte queste perduranti frammentazioni e scelte opposte Signorile alla fine dell’intervista dichiara: <<…Abbiamo voluto contribuire ad aprire le finestre perché circolasse aria nuova..>> Pur rendendomi conto che non sia il caso di scherzare, come invece tanti lo fanno con un termine a cui si dovrebbe portare rispetto e dignità qual è <<socialismo>>, se non fosse altro per ciò che ha fatto e rappresentato nella storia d’Italia e d’Europa, mi viene spontanea un’altra osservazione che è quella di suggerire ai futuri candidati- uniti di cambiare denominazione con una più appropriata, come la seguente: Alcuni “Socialisti” uniti per l’Europa (?) ” Al di là d’ogni battuta e considerazione saranno, comunque, i fatti quei famosi fatti testardi a determinare definizioni e di conseguenza risultati.
Per quel che ci riguarda, per chi ancora crede che in Italia si possa realizzare l’idea socialista, mettendo sempre in gioco le idee, con l’aiuto di chi socialista lo è nel profondo della propria coscienza, continueremo a lavorare con fatica ma con determinazione per cercare di conseguire alla realizzazione di un vero e grande soggetto socialista riformista di sinistra, per dare speranze ma soprattutto certezze e per rendere onore alla storia del Socialismo Italiano.
Anna Prato - Associazione “Socialismo è Libertà” Coordinamento provinciale Lecce
Siamo
  vivi e porgiamo distinti saluti.
Proposta per un disegno Europeo sulla Globalizzazione
PERCHE’ LA GLOBALIZZAZIONE NON PENALIZZI I CITTADINI, I LAVORATORI E I RISPARMIATORI VANNO CREATE DELLE NORME SULLA TRASPARENZA DEL MERCATO GLOBALE E DEGLI INVESTIMENTI
Gli
      scandali finanziari che si susseguono in ogni paese d’Europa ci
      obbligano ad una approfondita  riflessione.
      I cittadini incominciano  seriamente
      a preoccuparsi. Prima che i cittadini europei perdano 
      fiducia nelle istituzioni finanziarie e negli organismi di
      controllo dello Stato e dell’Europa, é assolutamente urgente che le
      istituzioni europee intervengano per creare delle serie e trasparenti
      norme per proteggere i loro risparmi. Per questo « Avanti
      Europa »  ritiene
      urgente una risoluzione da parte del Parlamento
      Europeo
      prima che scada il mandato nel giugno prossimo, ma anche la Commissione
      Europea
      puo’ farlo. E’ troppo tardi ? noi in ogni caso proponiamo 
      questo testo.Mandiamo questo documento alle due istituzioni europee
      affinchè intervengano rapidamente in merito.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE
ARTICOLO 1
Ogni cliente, pubblico o privato, socio o associato, a qualsiasi titolo, di una banca, istituto di credito, istituzione, fondo o compagnia finanziaria o di assicurazione o comunque di una società erogatrice di fondi propri o altrui, che operi all’interno dell’Unione Europea, quale che sia la sua forma giuridica e quale che sia il luogo della sua sede legale, ha il diritto di richiedere che gli sia rilasciato annualmente,entro il 31 ottobre di ogni anno, un Certificato-dichiarazione autenticato, sulla distribuzione geografica e settoriale delle operazioni principali realizzate dalla banca, istituto di credito o altro soggetto sopracontemplato, durante l’anno precedente, secondo le modalità che seguono.
In
      tale Certificato-dichiarazione,
      di carattere non confidenziale, dovranno essere inseriti i seguenti dati:
a)       
      elenco di tutti gli acquisti, cessioni o pegni di titoli (azionari,
      obbligazionari), effettuati nell’anno precedente da tutte le proprie
      sedi e filiali in qualsiasi paese o da società in comune o collegate, con
      informazioni sulla nazionalità, sede, consistenza patrimoniale, natura
      delle attività espletate dagli enti o società emittenti dei titoli
      stessi, nonchè sui paesi ove tali attività sono state, sono o saranno
      svolte;
b) elenco dei finanziamenti, prese di partecipazione e, in genere, di tutte le somme erogate o esborsi da tutte le proprie sedi, filiali, società in comune o collegate, come alla lettera a), anche sotto forma di fideiussione o lettera di garanzia, durante l’anno precedente, nel caso essi superino per un singolo beneficiario o per un insieme di beneficiari partecipanti a un progetto comune, l’importo di 10 milioni di euro, il tutto corredato delle stesse informazioni richieste sotto la lettera a).
Per tutte le operazioni che rientrano nell’ambito del presente articolo, si preciseranno gli emolumenti e rimborsi (incluse le “stock-options” o altri vantaggi) attribuiti a qualsiasi titolo, dagli enti e società emittenti dei titoli, contemplati sub la lettera a) oppure dalle società o imprese beneficiarie dei finanziamenti, partecipazioni o erogazioni di cui alla lettera b), ai loro amministratori, di cui si preciseranno i nominativi, le funzioni, la nazionalità e il luogo di residenza effettiva, nonchè le cariche in “società-terze”, cioè le cariche da essi occupate, nel presente o nel passato in altre società, enti,amministrazioni, organizzazioni, nazionali e internazionali, di natura civile, militare, politica, anche se la sede di tali “società-terze” è fuori dell’Unione Europea.Nel caso che i ricavi lordi consolidati della banca, istituto di credito o altro soggetto contemplato nel primo comma, superino il tetto annuo, a livello mondiale, di 5 miliardi di Euro e, a livello dell’insieme dei paesi dell’Unione Europea, di 50 milioni di Euro, si dovrà provvedere a darne adeguata pubblicità a mezzo stampa.
Per
      quanto riguarda le operazioni previste dall’art. 1, il
      certificato-dichiarazione, nel caso debba essere pubblicato, ai sensi
      dell’ultimo comma dell’articolo stesso, dovrà mettere in evidenza la
      quota degli investimenti ed erogazioni o impegni di vario genere che sia o
      sia stata destinata:
a)       
      alla fabbricazione o al commercio di armi, compresi gli aerei, i
      satelliti o i vascelli spaziali suscettibili di applicazioni militari, o
      alle loro componenti, anche attraverso il ricorso a sub-contraenti, anche
      se esterni all’Unione Europea, con indicazione dei paesi e regioni
      interessate a tali attività,
b)       
      all’estrazione, lavorazione, distribuzione di prodotti di origine
      petrolifera destinati a consumi energetici e comunque alle attività
      connesse all’utilizzo di sostanze o fonti di energia potenzialmente
      dannose per l’ambiente;
c)       
      ad altre attività concernenti la ricerca, la fabbricazione, la
      commercializzazione di prodotti o processi soggetti a controversie e
      contestazioni di carattere etico o religioso (per esempio, certi tipi di
      clonazione).
Dall’altro lato si porranno in evidenza le iniziative attuate o progettate all’interno dell’Unione Europea per valorizzare e utilizzare industrialmente le fonti di energia rinnovabili e alternative, non inquinanti oppure per introdurre delle innovazioni fondamentali nel trattamento di malattie gravi o croniche o per sviluppare la lotta contro certi mali sociali, quali la tossicodipendenza, l’alcolismo, il tabagismo, l’obesità
Le norme degli articoli 1 e 2 sono applicabili a tutte le imprese, enti e società, quale che ne sia l’oggetto sociale, i vari settori di attività, la forma giuridica, il paese in cui sono stabilite le sedi legali e le organizzazioni produttive, che esercitano, anche indirettamente, un’attività all’interno dell’Unione Europea, in tutti i casi in cui i ricavi lordi-consolidati superino, su base annua, il tetto, a livello mondiale, di 2 miliardi di Euro e, a livello dell’insieme dei paesi dell’Unione Europea, di 20 milioni di Euro, tenendo conto delle società in comune o collegate.
Con regolamento successivo sarano fissate le modalità di applicazione, nonchè le sanzioni penali e amministrative da comminare, a cura della Commissione Europea, in caso di non osservanza delle norme del presente Regolamento.
CERCHIAMO 
      INSIEME  DI 
      SPIEGARE  LE 
      RAGIONI  E 
      IL  PERCHE’ RITENIAMO 
      IMPORTANTE  LA 
      NOSTRA  PROPOSTA
La globalizzazione
Ogni giorno che passa il processo di globalizzazione produce incognite e opportunità di segno diverso. Preliminare è definire contenuto e contorni…« E’ un processo che fa cadere le separazioni e gli ostacoli naturali, istituzionali tra gli spazi economici, modificando e scardinando rapporti e legami tradizionali, sistemi organizzativi e flussi produttivi e commerciali, creandone di nuovi.Gli Stati sovrani nazionali e tradizionali perdono una fetta consistente del loro potere, in gran parte a favore delle multinazionali globali che diventano i nuovi Stati senza frontiere e, in parte anche per reazione a tale fenomeno e in aderenza al nuovo contesto in mutamento, a favore di organizzazioni internazionali, alle quali si tende a rilasciare sovente una delega in bianco per certe materie.Aspetto ed effetto saliente della globalizzazione è lo spostamento del potere decisionale che, in tutto, o quasi tutto,o in parte, tende a passare dalla mano dei governanti e dei politici ai vertici che dirigono le multinazionali globali (d’altronde quanto mai propense ad assumere un ruolo politico) e ai grandi gruppi bancario-finanziari. Questi ultimi, peraltro, tendono sovente a influire sulle decisioni delle multinazionali globali, se non addirittura a prenderne il controllo.Pertanto, i governanti e i politici, i diplomatici e forse anche i militari conteranno sempre di meno nel futuro, mentre conteranno sempre di più i top manager, grossi industriali e banchieri nonchè, di riflesso, i loro avvocati, commercialisti e altri loro consulenti ed esperti.Questo spostamento di potere decisionale alimenta ,ulteriormente la globalizzazione, l’intensità della concorrenza globale, lo sviluppo economico a sbalzi, la mobilità dei fattori »
Allora
      la questione è :
1.       
      Le
      forze politiche democratiche possono sperare di svolgere un ruolo nel
      nuovo contesto globale, senza essere dominate dei « lobby »
      industriali, finanziari, militari ? Cosa
      hanno in mente ? cosa propongono ?
2. Le sfide globali. Dov’è la strategia globale per affrontarle ?
Quel che turba i sonni dei cittadini europei è una doppia constatazione.Le forze politiche europee, al di là delle dichiarazioni di principio e di circostanza (libertà dei commerci, spirito ;d’iniziativa, solidarietà, protezione dei nostri lavoratori e delle nostre industrie, controllo della immigrazione, ospitalità degli immigrati, amicizia con gli Stati-Uniti, lotta al terrorismo, condanna dell’antisemitismo, difesa della vita, difesa delle radici e valori cristiani e…. chi ne ha, più ne metta) sembrano, di fatto, avere abdicato ad un ruolo attivo di fronte al processo di globalizzazione.
Di
      conseguenza non esiste oggi, tra le forze politiche, il consenso su
      nessuna strategia globale, anzi non esiste nemmeno un embrione di visione
      strategica che consenta di affrontare, con almeno una modesta possibilità
      di successo, le sfide cruciali della globalizzazione.
Senza
      una tale visione non si comprende come i cittadini europei possano curarsi
      dei loro rappresentanti politici se non per lucrare piccoli vantaggi
      clientelistici, mentre, nel suo insieme, l’economia europea diventerà
      sempre più l’ostaggio di forze finanziarie, economiche, militari,
      assolutamente estranee agli interessi fondamentali e alle concezioni
      etiche dei singoli cittadini europei. Parliamo di poteri e abusi di potere
      di « Potenze-terze“, che, si badi bene, non sono meramente
      politiche o statuali, ma molto di più e molto meno visibili perché
      globali. Di qui l’equivoco che porta alla confusione tra tali poteri e
      potenze-terze, da un lato, e il salutare processo di globalizzazione,
      dall’altro lato.
Oggi, nel contesto evolutivo globale, la scelta di fondo è lancinante.O allinearsi sui « lobby » di tali potenze-terze, pedissequamente, diplomaticamente, ipocriticamente, per cupidigia di servilismo verso l’alto, e megalomania arrogante verso il basso, per voracità, ignoranza, soprattutto, prudentissima viltà, e lasciare le cose come stanno, cioè in balia del caso (naturalmente « anonimo »).Oppure introdurre politicamente un Progetto di strategia globale il quale necessariamente urterà certi interessi e poteri dominanti, i quali dunque useranno tutti i mezzi, nessuno escluso, come le cronache insegnano, per impedire che tale proposta politica giunga in porto.Il primo passo consiste nell’introdurre nel nostro sistema una « nuova trasparenza del mercato globale e degli investimenti ». E quindi procedere preliminarmente a “Un état des lieux”. E’ possibile
3. Gli amministratori in comune, specchio della rete dei poteri reali
Esiste
      un metodo, concettualmente semplice, per scoprire i « legami dei
      poteri » tra le differenti strutture dei gruppi industriali,
      bancari, finanziari, assicurativi. E’ sufficiente considerare i 
      nomi degli amministratori (quelli che fanno parte dei
      « Boards of directors »), cioè di coloro che rappresentano
      gli azionisti e ne eseguono le direttive, il loro curriculum vitae
      sommario, la loro partecipazione, presente o passata, ai Consigli di
      Amministrazione o altri organismi direttivi, di enti, società,
      organizzazioni economiche, politiche, militari, culturali, scientifiche,
      di vario carattere, funzione e potere, dalle Banche di emissione al Fondo
      Monetario, dai Consigli di Ministri alle Commissioni, dalle Multinazionali
      di spicco ai prestigiosi istituti di ricerca, dagli Stati maggiori ai
      Comitati di esperti e consiglieri governativi, perchè i singoli sentieri
      delle carriere individuali riflettono l’intrecciarsi dei poteri che
      confluiscono nelle varie strutture per determinare politiche e
      comportamenti.Una simile trasparenza non puo’ nuocere (tutt’altro)
      alla reputazione di personalità dal valore confermato, ma, in pari tempo,
      permette di scoprire, portando sotto i riflettori cio’ che sovente i
      Media sono costretti a lasciare in ombra, con pudica discrezione, cioè la
      rete dei poteri reali.Perchè quando un Amministratore
      partecipa alle deliberazioni del Consiglio di una società non puo’ per
      coerenza etica e logica, ignorare gli interessi e gli obiettivi di altri
      gruppi e società, nelle quali la sua partecipazione attiva è stata nel
      passato richiesta oppure lo è ancora.
4. Richiamo alle « Chiavi di lettura » di Global ? Yes ! «
Questo
      metodo, basato sull’individuazione delle connessioni personali tra le
      società, è      
      stato applicato per la prima volta a livello dell’economia
      globale, nell’elaborazione del materiale preparatorio relativo al saggio
      seguente:
R.
      Linda, « Global ? Yes ! “Chiavi di lettura“ in
      italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco (Bruxelles, 2003) 
I risultati ottenuti sono semplicemente stupefacenti perchè, come si vedrà, nemmeno l’autore avrebbe mai potuto immaginare di trovarsi di fronte a una Rete di poteri reali dominanti, di dimensioni cosi’ estese da formare dei blocchi di potere in grado di decidere i destini del pianeta.Queste elaborazioni hanno permesso di mettere in luce i legami strutturali, grazie anche e soprattutto alle connessioni personali, tra il settore petrolifero, costituito dal binomio inscindibile “elites petrolifere (soprattutto) arabe” e “compagnie petrolifere”, e le due industrie vitali e strategiche, quella dell’automobile e quella degli armamenti, con i gravi effetti a cascata che ne derivano.. Si è parlato di fili rossi, che legano tra di loro fatti e logiche e quindi, alla base, le società e le loro strutture.Parliamo di fili rossi ? E’ necessario per cogliere la portata del fenomeno, perchè queste industrie strategiche e vitali sono legate a filo doppio alle potenze finanziarie e bancarie che dominano quasi incontrastate tutta l’economia, e quindi la politica, del mondo occidentale. E’ un percorso che puo’ portare molto lontano, « in terre sconosciute ».Nel corso della ricerca, a un certo punto, il Linda ha sentito suonare il campanello d’allarme quando, come spesso accade avendo « sentito » certe anomalie, ha scoperto che il Presidente Amministratore delegato della maggiore banca occidentale, l’americana Citigroup , con un fatturato annuo di ben oltre cento miliardi di dollari e attivi ben superiori a mille miliardi di dollari, era pure Amministratore di uno dei principali contraenti del Pentagono, coinvolto nelle attività più avanzate dell’armamento non convenzionale, cioè, tanto per non fare troppi nomi, la United Technologies. Il fatto non è certo reprensibile, tuttavia la sua conoscenza è essenziale per conoscere e capire i meccanismi del potere reale globale. Altrimenti si gira a vuoto !
5. Il campione « petrolio-armi » : i « Magnifici sette »
Per
      comprendere la portata dei problemi posti dalla Globalizzazione, è
      opportuno offrire qualche esemplificazione del metodo in parola.Ricordiamo
      che il punto di partenza delle elaborazioni econometriche finalizzate alle
      citate « Chiavi di lettura » di « Global ?
      Yes ! », era dato da un campione di soltanto 4 compagnie
      petrolifere. Da questo « nocciolo duro » si era giunti ad
      abbracciare un universo economico praticamente senza confini.Per tener
      conto delle interdipendenze dinamiche che caratterizzano la moderna
      economia globale, il Linda è stato costretto ad allargare il campione di
      partenza delle 4 compagnie petrolifere, aggiungendo 3 giganti del settore
      degli armamenti statunitensi. Tale settore, per la tecnologia
      avanzatissima, dalle bombe intelligentissime agli aerei senza pilota e ai
      missili di precisione millimetrica, e, soprattutto, ancora più, per la
      potenza degli « apparati lobbistici », condiziona, tra
      l’altro, il futuro delle relazioni tra la piccola e divisa Europa e
      l’arrogante superpotenza. Il nuovo campione puo’ essere dunque
      definito dei « Magnifici Sette », definizione quanto
      mai appropriata dal punto di vista lucrativo e politico, anche se forse
      non dal punto di vista etico.
Petrolio
Per
      quanto riguarda i « Major » del petrolio che son di
      fatto 5, si prendono in considerazione una società anglo-olandese, la Shell,
      una britannica, almeno stando alla scritta su copertina, cioè la British
      Petroleum (la B.P.) e due società statunitensi, la Chevron Texaco
      e la Exxon-Mobil, mentre lasciamo da parte la francese Total,
      che è stata investita da gravi disavventure giuridiche, facendo soffrire
      amministratori e dirigenti.
Armamento
Per
      il settore “Armi-difesa-aerospaziale” si considerano i 3 Big:
      la Boeing, di cui peraltro circa metà delle attività è diretta
      all’aviazione civile, la United Technologies o U.T.
      (elicotteri Sikorsky, motori Pratt & Whitney, ascensori Otis,
      condizionatori Carrier, ecc.), gruppo, peraltro, ampiamente
      diversificato pur restando uno dei principali contraenti del Pentagono, e,
      infine, il “leader mondiale”, specializzato nell’armamento e primo
      contraente del Pentagono, e cioè Lockheed Martin.
Peso
      specifico del campione
Per non permettere l’individuazione istantanea delle 7 società del campione, esse saranno qui indicate con le lettere dell’alfabeto, da A a G, assegnate in base a estrazione a sorte. Ci limiteremo a dire che i ricavi totali annui del campione « Petrolio-Armi » si assestano intorno a valori astronomici, che sono di molto superiore al Prodotto Interno Lordo (P.I.L. o Gross Domestic Product) della grande maggioranza dei paesi delle Nazioni Unite.Eppure è una cifra che sottovaluta la potenza reale che si sprigiona da queste sette società, grazie alle posizioni occupate nell’economia globale dal manipolo di uomini che ne sono al timone. Anche per non trascurare il nuovo ruolo « perversamente globale », svolto dalle banche e società finanziarie. Tal ruolo, unificatore, di cemento coesivo, sta diventando cosi’ determinante da permettere loro, quando lo ritengono opportuno, di distorcere, restringere, soffocare al limite, l’economia di mercato, a danno di certi settori, paesi, spazi economici. E poi certi ingenui Media televisivi cianciano di libera concorrenza di mercato !
6.
      Il campione « petrolio-armi » : irradiazione e simbiosi
Applicando
      il metodo delle « connessioni personali » delle « Chiavi
      di lettura » di « Global ? Yes ! »,
      risulta che ai vertici dei « Magnifici Sette », si
      trovano degli Amministratori che hanno occupato nel passato oppure
      occupano tuttora, e da diversi anni, dei seggi e posti-chiave nei Consigli
      di Amministrazione delle maggiori società e mega-multinazionali, sia
      industriali (con marcata preferenza per l’industria della costruzione di
      mezzi di trasporto e, in particolare, dell’automobile e poi anche, in
      certa misura, dell’informatica, delle telecomunicazioni e « other
      communications aquipement », della chimica-farmaceutica), sia
      soprattutto nel settore bancario-assicurativo, e d’investimento
      finanziario. In base a informazioni esaurienti, eppure non complete, si
      puo’ stimare a quattromila miliardi di dollari, i ricavi annui
      del blocco di potere, risultante dalle connessioni
      personali, « costruite » intorno ai nostri 7 Major del
      campione « petrolio-armi ». Per memoria e per confronto :
      il prodotto interno lordo della Francia, nel 2000, era stimato intorno a
      1300 miliardi di dollari, nemmeno un terzo dunque della dimensione globale
      del blocco di potere in parola.
Se poi consideriamo più da vicino a quali settori, o gruppi o grandi rami, appartengono le varie società, investite dal fenomeno degli Amministratori in comune con i 7 major del campione « petrolio-armi », troviamo le cifre parziali seguenti :.
       
      -    oltre
      700  miliardi di $
      relativamente al nostro campione de i « Magnifici Sette »
      delpetrolio e delle armi 
- circa 1000 miliardi di $ cumulati da gruppi finanziari, bancari e assicurativi legati, con Amministratori in comune, al nostro citato campione
      
      -     
       circa
      700 miliardi di $, realizzati da case automobilistiche connesse al nostro
      citato campione
     
      -     circa
      1500 miliardi di $, conseguiti da vari settori industriali, diversi
      dall’armamento e  dall’automobile,
      limitatamente alle imprese che presentano degli Amministratori in           
                 
      comune con i nostri « Magnifici Sette » del campione
      studiato.
Trattasi,
      si noti, di fatturati, introiti, stimati su base annua, con riferimento al
      2002, nel 2003 gli incassi saranno maggiori, almeno è probabile.
Sono cifre stimate prudentemente e il totale che ne risulta tende a superare l’importo di quattromila miliardi di dollari, ove si tenga conto dei collegamenti personali d’importanza minore.
Prima
      questione : siamo di fronte a un Blocco di potere ?
Forse non monolitico, ma complesso, variegato, relativamente decentrato, ma senza che si sentano note stonate : un modello di equilibrio assai durevole, bene oliato, non per niente i « Major » vendono il migliore olio lubrificante per la vostra macchiana e soprattutto sanno venderlo a un prezzo molto remunerativo, grazie a « saggi » accordi tra di loro.Notiamo che numerosi Amministratori di certe società-terze sono presenti in più società del nostro campione dei « Magnifici Sette ». Per esempio, la Banca J.P. Morgan Chase è in A e in F, la IBM ed Emerson Electric in B e in C, quanto ai colossi del redditizio settore farmaceutico, il leader Pfizer in A e in F (forse indirettamente anche in C), Glaxo Smithkline in B e in G, Aventis in C e in G. E poi nel leader mondiale degli armamenti troviamo Amministratori di due giganti petroliferi, rimasti fuori dal nostro campione, cioè Conoco-Phillips e Marathon, entrambi statunitensi. Il petrolio unifica interessi e strategia………….
Identificato
      il Blocco di Potere la questione cruciale che si pone è : in quale
      direzione si propagano, ma soprattutto da quale fonte « reale »
      si sprigionano le onde e i raggi del Potere in questione ?
Basti pensare che Sei tra i « magnifici Sette » del campione « petrolio – armi » in parola sono « penetrati » da Amministratori che rappresentano colossi bancari, finanziari, assicurativi, oltre al caso esemplare del Citigroup, quali la Bank of America, la J.P. Morgan Chase, le tedesche Allianz, Deutsche Bank e Commerzbank, la francese Axa, l’olandese Abn-Amro, le britanniche Hsbc, Barclays, ecc., nonchè i « migliori per definizione » , ambienti, élites e poteri della politica, della grande diplomazia, degli apparati militari e dei loro vertici, evidentemente supremi, oppure, in pensione, evidentemente « dorata ».
Senza
      addentrarci in un’analisi semantica, pensiamo si possa parlare nella
      specie di « irradiazione e simbiosi ».Certo, la ricchezza e il
      potere sgorgano dal Petrolio che resta all’origine dello scambio
      e della cosolidazione, grazie alle enormi rendite, vantaggi che esso
      procura. E’ un « business » globale che puo’ essere
      stimato intorno a 3000 miliardi di dollari all’anno con tendenza ad un
      aumento esponenziale e che attira nella sua orbita la banche e la finanza
      come il miele le mosche. Circa la metà di questa torta gigantesca va in
      tasse applicate dai paesi consumatori, ma, anche tenendo conto di tutti i
      costi e rischi del trasporto dal pozzo di estrazione al pompista del
      villaggio, si puo’ ritenere che, direttamente o indirettamente, le
      Elites petrolifere, che controllano diversi Stati produttori del Medio
      Oriente e dunque essenzialmente arabe e musulmane e le compagnie
      petrolifere, godano di una rendita annua netta di almeno 500 miliardi di
      dollari ma, forse molto, ma molto di più (a prescindere ovviamente da
      eventuali oneri per tangenti e corruzione).Tutti gli attori considerati
      nel nostro campione dei « Magnifici Sette », ad eccezione
      della sola società indicata con la lettera E, dispongono di uno stock
      ragguardevole di Amministratori in comune, con possenti banche e società
      finanziarie e di assicurazione, tutto un mondo a sè con regole non
      scritte (oltre ovviamente che con giganti industriali e commerciali di
      vari settori) il che marca la diffusione di una medesima cultura, di
      uno stesso modo di pensare, di valutare, di comportarsi : un
      archetipo esemplare. 
Tutti
      i 4 colossi del petrolio realizzano l’obiettivo-principe di ogni vero
      monopolista che si rispetti :
1)tenere
      molto elevati i prezzi e le rendite petrolifere, ma non troppo (« allegro,
      ma non troppo »), in modo da costituire e rafforzare nel lungo
      termine una barriera all’entrata, in odio a ogni
      concorrente potenziale e alle forze politiche virtualmente contestatrici,
      nel quadro di una politica dalle molte facce (illustrata nelle citate
      « Chiavi di lettura »).
2)Di
      conseguenza manovrare i prezzi del petrolio, attualmente oltre i 30 $ al
      barile, (ma talora è sceso repentinatamente sotto i 12 dollari, come nel
      luglio 1986 o nel giugno 1998), in modo da scoraggiare investimenti e
      iniziative rivolte alla scoperta e utilizzazione di sorgenti di energia
      concorrenti, alternative, rinnovabili, pulite, come analizzato dal Linda
      nelle « Chiavi di lettura » citate (pagine da 40 a 46).
Non
      si sarà mai sottolineato abbastanza il ruolo, cruciale, degli
      Amministratori in comune, la cui presenza in più società, più o meno
      connesse o collegate, non serve solo a moltiplicare emolumenti e prebende,
      ma giova a rendere la concorrenza, nel caso potesse o dovesse
      manifestarsi, « meno cattiva », favorendo invece a « mezza
      voce » le intese globali oppure più semplicemente, sotto sembianze
      anodine, dei comportamenti concomitanti e » concordanti »,
      anche se non esplicitamente « concordati » (fenomeno che
      puo’ essere assimilato a quello del « conscious parallelism »).Quanto
      mai proficua si è dunque rivelata la coesistenza pacifica (e la
      spartizione del bottino delle rendite petrolifere) tra il cartello
      petrolifero, più o meno allargato (leggi ; elites petrolifere
      soprattutto arabe e compagnie petrolifere, con abili registi dietro le
      quinte) e i paesi consumatori principali, essendo gli Stati-Uniti, con i
      piedi su due staffe, i maggiori beneficiari di tale coalizione
      onnipotente.Queste ricchezze colossali, accumulate per quasi 30 anni, si
      ritrovano nei forzieri di banche, società d’investimento e di
      assicurazione, che poi partecipano alla direzione dei gruppi
      petroliferi.Inoltre, l’alleanza duratura e le connessioni e
      infiltrazioni tra settore petrolifero e industria degli armamenti (fulcro
      dell’apparato militare-politico-industriale) che, grazie a lobby possenti,
      puo’ attingere quasi discrezionalmente a piene mani ai bilanci della
      difesa della Superpotenza (ma non solo di essa), ha creato una rete di
      potere cosi’ ampia da render possibile qualsiasi abuso e, oseremmo dire,
      crimine impunito (e solo pochi « stracci » volano qualche
      volta per aria, giusto per accontentare la platea dei risparmiatori e
      piccoli azionisti e investitori, per definizione dei « moutons »
      da essere tosati). Perchè questi apparati di potere finanziario servono,
      a loro volta, ad attirare i capitali dei singoli cittadini, di cui
      dispongono poi in assoluta libertà 
      per qualsiasi uso e scopo, lecito e
      illecito, morale o immorale, E non raramente sono dei miliardi che
      evaporano (Enron et similia).
Chi crede che, passata la bufera dell’inizio 2004, i poveri risparmiatori, « tosati » spietatamente, si dimenticheranno degli affari Parmalat, Cirio e delle primarie banche e dirigenti coinvolti nel gioco di prestidigitazione che ha fatto scomparire nel nulla miliardi di Euro ?? Noi, no !
7. Due esempi concreti di Blocco di Potere
Per dare un’idea del funzionamento concreto, « sur le terrain », del sistema dei Blocchi di Potere, impersonati dal gioco degli Amministratori in comune (anche se concretamente alcuni di essi riscuotono I gettoni di prresenza e… qualche cosetta d’altro, giusto per essere lasciati sonnecchiare in pace durante le deliberazioni del Consiglio), si propongono due esempi, tratti dal nostro campione « petrolio ».
Primo
      esempio
Società
        petrolifera indicata sotto la lettera di codice B, con ricavi annui di
        circa 180 miliardi di dollari.
Nel
      proprio seno : 6 Amministratori in comune con Banche e società
      d’investimento degli Stati-Uniti (tanto per fare qualche nome : Bank
      of America, Morgan Stanley, Bank One e poi, con tre Amministratori in
      comune, la Goldman Sachs) e 4 Amministratori in comune con banche
      europee (due inglesi : la Barclay’s e la Royal Bank of
      Scotland, una svizzera, la Ubs e una tedesca, la Commerzbank).
Totale :
      10 Amministratori bancari !
E sono tutte tra le prime banche del pianeta che per esempio, si piazzano tutte davanti alla prima banca italiana, la Intesa, che pure registra ricavi di oltre 17 miliardi di dollari.Siedono nel Consiglio del gruppo petrolifero in parola gli Amministratori dei due « leader » mondiali assoluti, dell’automobile e della informatica, rispettivamente le americane General Motors e Ibm, inoltre gli Amministratori di società americane delle nuove tecnologie e delle telecomunicazioni, come Motorola, Intel,Sbc Communications, per non parlare dei colossi della farmaceutica come l’inglese Glaxosmithkline e lo svizzero Roche e…cosi’ via.Tirando le somme, il Blocco di Potere che si dirama dal nostro gigante petrolifero supera i 900 miliardi di dollari in ricavi annui e, forse, nel momento in cui scriviamo, ha raggiunto (grazie alla « fortunata »guerra del petrolio, naturalmente fortunata per il petrolio e il suo prezzo, tenuto costantemente molto alto cioè sopra i 30 dollari il barile) il Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’Italia.
Secondo
      esempio
Società
      petrolifera indicata sotto la lettera di codice C, con ricavi annui
      di circa 180 miliardi di dollari (praticamente dello stesso livello della
      società considerata nel primo esempio).
Nel
      proprio seno : due Amministratori in comune con il più possente
      gruppo assicurativo-finanziario tedesco (Allianz) e poi
      Amministratori in comune con i gruppi bancari-finanziari seguenti :
a)       
      la Deutsche Bank
b)       
      un gruppo assicurativo francese di cui non si puo’ fare il nome,
      perchè implicato nel settore degli armamenti per oltre un miliardo
      di dollari (secondo lo studio di Kristof Clerix nel mensile « netwerk
      Vlaanderen », novembre 2003 ; Mondial magazine,
      Vlasfabriekstraat 11 – 1060 Brussel, tel. 003225361977)
c)       
      due gruppi bancari olandesi, Abn-Amro e poi…di cui non si
      puo’ dare il nome, per ragioni indicate nella lett. b),
d) tre gruppi inglesi notissimi : Lazard Freres, i Lloyd’s e poi Hsbc, la cui filiale a Istanbul è caduta (chissà perchè ? sarebbe interessante saperlo) nel mirino dei terroristi islamici,
e) due gruppi bancari sauditi che probabilmente fanno capo alla stessa holding.
Oltre
      al forte coinvolgimento bancario-assicurativo, il gruppo petrolifero del
      presente esempio annovera tra i propri Amministratori quelli della Ibm
      (che, come visto sopra, è presente anche in B), della British Telecom,
      della British Airways, della Klm olandese, e di altre società 
      olandesi come Akzo Nobel e Philips. Non mancano gli
      Amministratori di società cruciali come Bertelsmann oppure la Emerson
      Electric-Usa, presente pure nella società B.Infine
      fanno piena luce sui rapporti tra petrolio e automobile i due
      Amministratori in comune con un notissimo costruttore bavarese, la BMW. 
Notiamo
      che, per necessità di sintesi, il nostro elenco è incompleto.La
      dimensione globale del presente Blocco di Potere si aggira sugli 800
      miliardi di dollari, con tendenza all’aumento.
 8.
      Una domanda
Abbiamo
      citato i casi di soltanto 2 società del nostro campione de « i
      Magnifici Sette » per mostrare come il sistema funziona e per
      giustificare una domanda: chi è cosi’ candido da poter affermare che
      l’immenso potere tentacolare planetario che scaturisce dal connubio
      della Non Santa Trinità’ tra petrolio, armi e finanza, non abbia
      il potere di orientare, forse di determinare, le politiche economiche e,
      soprattutto, militari dei principali Stati del globo ?Per precisare
      meglio il contesto e quindi il contenuto specifico della domanda,
      notiamo che il gigante petrolifero del nostro secondo esempio,
      indicato sotto la lettera C, costituisce un caso eccezionale, perchè
      è l’unica società tra le 7 del nostro campione, nella quale prevalgono
      gli europei. In tutti gli altri 6 gruppi del campione, la supremazia
      statunitense è preponderante, quando, come nei casi di A,E,F non è
      semplicemente totalitaria ed esclusiva.
 9.
      Un giocatore di scacchi solitario : una partita incominciata. Senza
      fine ?
Guardando
      il nostro pianeta da un punto razionale e spirituale lontanissimo, fuori
      dalla nostra galassia, « tout se passe comme si » un giocatore
      di scacchi solitario per ammazzare solitudine e noia (e, al passaggio,
      qualche migliaio, qualche milione, qualche miliardo di esserini minimi,
      cioè di uomini), si divertisse a giocare una partita solitaria, dando ora
      ai Bianchi ora ai Neri il destro d’infliggere colpi letali
      all’avversario, tra lo schiamazzo televisivo di Media ebbri di retorica
      e demagogia populista. Nel gioco il Re dei Bianchi (chiamati anche
      crociati) è rappresentato dall’eroico purissimo simbolo della
      democrazia filmato con il giubbotto di valoroso combattente, mentre il Re
      dei Neri è l’infame fondamentalista Oussama Ben Laden !
La scacchiera è il pianeta. Ognuno ha i suoi vassalli, il Re dei Bianchi dispone di Capi e Capetti di Stati più o meno deboli e velleitari, ma che urlano a gara per sopraffarsi, a voce naturalmente, l’un l’altro, mentre il Re dei Neri dispone di masse fanatiche e frustrate. Lo « scacco matto » appare purtroppo impossibile, nonostante le dichiarazioni menzognere, in quanto la morte fisica (o anche semplicemente mediatica) di uno di questi due Re non significherebbe niente, perchè il suo successore è già in lista di attesa in un tubo di lancio mediatico. Il gioco potrebbe continuare all’infinito perchè i mezzi finanziari e tecnici sono praticamente illimitati. E poi nel pianeta ci saranno presto quasi 6 miliardi di pedine, disponibili per la partita, di esserini minimi da usare e ammazzare !Sarebbe mai possibile far cessare questo gioco al massacro, in senso non metaforico, ma meramente letterale ? le nuove forze sprigionate dal processo di globalizzazione possono essere riunite, in qualche modo, per esercitare un ruolo positivo a fini di pace, di sviluppo, di sviluppo pacifico ? nell’opera citata (R. Linda, « Global ? Yes ! » e nelle relative « Chiavi di lettura ») sono esaminate prospettive e soluzioni possibili. In questa sede occorre concentrarsi sul ruolo specifico che devono svolgere le forze politiche europee. Non gli Stati nazionali, ma l’Europa è la sola sede nella quale la politica, di fronte alle sfide della globalizzazione, puo’ apportare qualcosa di costruttivo.
10.
      Promuovere una « Nuova etica della trasparenza »
In
      concreto :
I
      cittadini europei sono d’accordo (ma è stato loro mai richiesto,
      nonostante la moltitudine di sondaggi, anche perfettamente cretini ?)
      per consentire che i loro risparmi, capitali, investimenti servano al
      nostro « Giocatore di scacchi solitario » per giocare alla
      guerra, al massacro, alla distruzione ? è logico che i pingui frutti
      del progresso tecnico e le ancora più pingui rendite del monopolio
      petrolifero vengano disinvoltamente dissipate per fabbricare armi e
      ordigni di morte, che necessariamente, a un certo punto, saranno impiegati
      « in corpore vili », invece di essere destinate e fruttificate
      al fine dello sviluppo economico sostenibile del pianeta ? che cosa
      si puo’ fare perchè le mega-banche e le mega-assicuraratrici tengano in
      qualche conto volontà e scelte d’investimento dei propri clienti,
      singoli cittadini, invece di continuare ad abusare del proprio potere
      contrattuale assoluto ?  come
      e in qual modo si puo’ ottenere che le scelte in parola, dei singoli cittadini
      e risparmiatori siano fondate su una conoscenza significativa dei fatti e
      strutture reali e dominanti, a livello globale, e siano 
      quindi delle « vere scelte », cioè consapevoli,
      responsabili, razionali ?
Esiste,
      in fondo un problema di Equità contrattuale, anzi di Logica
      sinallagmatica cioè : perchè il singolo cittadino che chiede un
      servizio o un prestito a una banca o a un assicuratore deve piegarsi
      docilmente a comunicare una caterva d’informazioni confidenziali,
      dettagliate, cruciali e lui, invece, questo singolo cittadino o
      risparmiatore de quo non potrebbe avere il diritto di pretendere di
      conoscere come il suo contraente, banca o assicuratore, gestisca in realtà
      i propri e altrui fondi e a quali scopi e usi essi siano destinati ?
      E in quali continenti e nelle mani di quali satrapi o tiranni vadano a
      finire ? E se servano alla causa della pace ?
Data
      la complessità, non giova elaborare piani da « Libri dei sogni ».
Urgente e attuabile puo’ invece essere la proposta d’introdurre nel nostro universo culturale e giuridico e nell’arena dell’economia globale, lo istituto della « Nuova etica della trasparenza ».
« COSA
      FANNO DEI NOSTRI SOLDI ?  A 
      CHE  SERVONO ? »
Si prende atto che la globalizzazione è un processo irrefrenabile e che non esiste finora una vera strategia europea per affrontare le sue sfide.Egoismi conservatori, velleità autarchiche protezionistiche portano verso il disastro sociale a medio termine. Invece la battaglia per una « Nuova etica della trasparenza » (N.E.T.) puo’ costituire il primo passo per formare un embrione di strategia europea non perdente in anticipo e forse vincente. I giovani (e meno) di oggi, in vita attiva, non possono più contare sulla perennità del posto di lavoro nè su una vera pensione sicura. E’ la realtà del mondo globalizzato di domani. Incontestabile !!! Si dovrà dunque risparmiare sempre di più (obiettivo condiviso e in buona realizzazione), ma si dovrà soprattutto saper scegliere per investire meglio, per non trovarsi alla fine della vita lavorativa in posizione precaria, di cui (non) potrà, (nè) dovrà farsi carico lo Stato (già) Provvidenza !Tuttavia osta a una scelta effettiva l’attuale opacità delle Strutture Globali, industriali, commerciali, soprattutto bancarie, finanziarie, assicurative, dei fondi d’ivestimento e di pensione, le quali, con discrezione assoluta, senza obbligo di render conto puntuale, decidono come e dove impiegare i propri proventi e i capitali loro affidati dai cittadini e risparmiatori ignari ! Con sequela miliardaria di scandali, frodi, ruberie (Enron, WorldCom, inchieste di Eliot Spitzer per non parlare di Cirio e Parmalat.In epoca di globalizzazione, esiste un diritto fondamentale in una vera democrazia : quello di permettere al singolo cittadino europeo, anche se non particolarmente esperto tecnicamente, di poter scegliere i settori, mercati e paesi dove verranno effettivamente impiegati i propri capitali... E da chi !Per esempio, il cittadino puo’ non gradire che la propria banca o assicuratore o altra istituzione similare impieghi proventi e capitali per fabbricare armi di distruzione di massa o alla spicciolata o artigianali, per foraggiare il progresso tecnico a fini perversi o inutili, per sviluppare processi e prodotti contrari alle proprie concezioni etiche o religiose oppure, infine, e nella migliore delle migliori ipotesi, per creare posti di lavoro in paesi lontani che distruggeranno occupazione e benessere nell’Unione Europea, nella propria regione, città, villaggio.Daltro canto una politica di diversificazione degli investimenti, per aumentare la loro sicurezza nel lungo termine richiede delle società di grandi, anzi grandissime dimensioni, la cui attività sia illuminata a giorno dai riflettori dell’opinione pubblica, che deve conoscere le imprese e società in cui sono coinvolti gli amministratori dei maggiori colossi bancari, finanziari, industriali, Soltanto un sistema fondato sulla Etica della trasparenza è in grado, senza provvedimenti dirigistici, di assicurare tale diritto fondamentale. In epoca di globalizzazione, la battaglia per una nuova etica della trasparenza ha lo stesso valore che ebbe quella per il suffragio universale nell’Italia giolittiana agli albori della rivoluzione industriale.
A nuove rivoluzioni si addicono nuovi diritti e nuove libertà contro i nuovi abusi di potere antidemocratici
da Gianni Copetti - Presidente Avanti Europa
          | 
                     
                      Non
                      servono le accelerazioni "pericolose", al
                      contrario ci vuole coerenza, esperienza, e nessun
                      interesse personale !
                     
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