"ULTIME NEWS"
17 Marzo 2003  - da Stampare e distribuire -

 

14 MARZO ROMA SALA STRACOLMA COMPAGNI NEI CORRIDOI
E' nata Socialismo è Libertà
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Socialismo è Libertà
Assemblea dei Soci Fondatori
Un Grande Successo !

L'Assemblea dei Fondatori di "Socialismo è libertà" si è svolta il 14 marzo a Roma, presso il Centro Congressi Cavour.
Al momento dell'Assemblea erano pervenute più di 300 schede di adesione - con relativo versamento della quota sociale- ma all'Assemblea hanno partecipato più di 500 compagni, con qualche complicazione organizzativa (molti in piedi ed anche nei corridoi).
Successo quindi oltre le più rosee previsioni e clima di entusiasmo per la "ripartenza" socialista.

Alla presidenza :
Silvano Veronese (presidenza effettiva),Rino Formica, Claudio Signorile, Pietro Larizza, Luigi Angeletti,Claudio Martelli,Donatella Ponelli e Daniele Delbene.


Silvano Veronese ha riferito della appassionata adesione di Aldo Aniasi -che non è potuto intervenire- e di quella di Guido De Martino, che ha inviato una lunga ed impegnata lettera.

Dopo la relazione di Rino Formica sono intervenuti
Daniele Delbene, Roberto Biscardini, Luigi Angeletti, Claudio Martelli, Mario Artali, Donatella Ponelli, Claudio Signorile.

Ha svolto le conclusioni Pietro Larizza, che ha proposto alla approvazione il documento finale e la composizione del Comitato di Coordinamento della Associazione.

Nei prossimi giorni pubblicheremo tutti i materiali, man mano che ci perverranno.

Il Comitato di Coordinamento si riunirà nei prossimi giorni per completare gli adempimenti e dare il via al processo di costituzione della Associazione nelle regioni e nelle città d'Italia .

Dichiarazione costitutiva


Questa la dichiarazione costitutiva di "Socialismo è Libertà", "Per un'associazione politica  laica e socialista".

La disgregazione delle forze politiche laiche e socialiste è un'eredità negativa degli anni '90, che continua a rendere debole il riformismo nella sinistra italiana.

 

Il centrosinistra non tornerà a vincere rimettendo insieme le formazioni politiche dell'Ulivo così come sono e ricercando accordi elettorali occasionali con la sinistra antagonista, i micropartiti e le liste personalistiche.


C'è bisogno di un nuovo progetto, di nuove iniziative, di nuovi protagonisti. C'è bisogno di un nuovo inizio.

Noi, che abbiamo compiuto in questo decennio scelte diverse o siamo stati fuori dalla politica organizzata vogliamo realizzare un'associazione libera ed aperta, che rilanci e rinnovi la cultura politica ed il progetto riformatore del movimento socialista e laico che nella democrazia repubblicana ha rappresentato, fino alla crisi degli anni '90, il fattore propulsivo della strategia delle riforme e della sinistra di governo.

Gli intenti di questa associazione sono: Promuovere il confronto e la partecipazione di diverse esperienze e culture, nella definizione del progetto politico per una democrazia libera e giusta, progetto che riconosca nella civiltà del socialismo i suoi valori e la sua identità e nell'Europa il suo terreno concreto di realizzazione.

 

Definire, con il concorso dei protagonisti sociali riformisti, un programma per una sinistra di governo che consenta alleanze fra interessi sociali, economici e culturali compatibili, finalizzate alla crescita dei livelli di libertà dell'individuo, di giustizia, di efficienza democratica del sistema produttivo, di equità nella ridistribuzione della ricchezza, di solidarietà sociale, di indipendenza nazionale;

 

Favorire la diffusione nel Paese del rinnovamento culturale, politico e progettuale del socialismo, attivando strumenti di mobilitazione e di comunicazione che siano espressione diretta anche del territorio e  delle energie sociali ed intellettuali impegnate, compiendo una scelta consapevolmente federativa nella organizzazione del movimento e delle associazioni.

 

Vogliamo lavorare per una società che riesca a dare a ciascun individuo la massima possibilità di decidere la propria esistenza, e di costruire la propria vita.

 

È questa la società dei socialisti.

 

Dalla :

 

di Claudio Signorile
 

Non è stato colta la delicatissima fase di passaggio che la democrazia italiana stava attraversando alla fine degli anni 80"



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Venerdì 14 marzo nasce a Roma l'Associazione Socialismo è Libertà. I promotori dell'iniziativa discutono il programma e riaprono la discussione sulla questione socialista nella Sinistra italiana. Ne parliamo con Rino Formica, relatore della Conferenza programmatica.

Quali sono gli scopi dell'Associazione Socialismo è Libertà?

 

"Partiamo dallo statuto di Socialismo è Libertà che non è soltanto l'atto fondativo dell'Associazione, ma è anche un documento politico nel quale abbiamo depositato il nucleo del progetto. Lo Statuto dice che l'Associazione ha per scopo quello di promuovere il dibattito tra i vari filoni della cultura laica e socialista nella sinistra al fine di concorrere, con un proprio autonomo contributo, al dibattito politico rivolto all'elaborazione di un progetto riformista aggregante dei socialisti e dei laici, per riaffermare la modernità della tradizione e della cultura socialista e laica". Inoltre l'Associazione si impegna, con il "concorso dei protagonisti sociali riformisti" alla definizione di una moderna Sinistra di governo.


In questo passaggio troviamo tutto quello che serve per inquadrare l'iniziativa.

Non è nostra intenzione costruire un soggetto politico, l'ennesimo partitino mettendo assieme gli ultimi scampoli non ancora accasati della diaspora socialista. Né vogliamo riaprire la concorrenzialità interna tra sigle socialiste. Vogliamo costituire un luogo di incontro per intelligenze ed energie, riaggregare l'intelligenza collettiva della tradizione socialista e riformista che ha trovato nel Psi, sino a fine anni '80, il terreno più avanzato di espressione e di elaborazione".

Anche altri soggetti che si richiamano al Psi come lo Sdi e il Nuovo Psi, si pongono lo stesso obiettivo, pur avendo dato luogo ad un'esperienza propriamente politica, costituendosi  in movimento politico con una presenza, seppur minima, in Parlamento. Dov'è la differenza, il valore aggiunto di Socialismo è Libertà?

 

"Non vi è una differenza, diciamo, tattica. Vale a dire, non ci divide solo una lettura differente del momento politico o degli schieramenti politici in campo. Né crediamo, semplicisticamente, che l'esperienza dello Sdi, ad esempio, sia velleitaria perché eccessivamente schiacciata sulle contraddizioni interne alla Sinistra e all'Ulivo, tanto da non vedere aldilà di quelle ed esserne strategicamente condizionata. Oppure, per parlare dell'altro soggetto, il Nuovo Psi, crediamo che questo sia compromesso perché ha scelto di collocarsi innaturalmente nel centrodestra.


Dobbiamo dirci con grande chiarezza che, nella storia oramai decennale del socialismo della diaspora, non ci sono "compagni che sbagliano". Prendiamo atto di un pluralismo di esperienze. Solo alla fine del processo (la creazione di una grande Sinistra riformista) si vedrà chi ha visto più lontano.

La chiave interpretativa dobbiamo trovarla in questo nocciolo duro: grande è stata la forza politica del Psi negli anni '80 soprattutto per aver posto la questione socialista come questione interna alla Sinistra ed esterna alla forma dello Stato e della democrazia in Italia, con la necessità delle riforme istituzionali.

Grande è stata la forza del Psi ma grande, nello stesso tempo, è stato il deficit di cultura politica quando il Partito non ha colto la delicatissima fase di passaggio che la democrazia italiana, alla fine degli anni '80 e dopo il crollo del Muro, stava attraversando. Un passaggio che richiedeva un'oculata gestione politica del rapporto tra domanda di riforme (richieste a viva voce dalla società italiana) e schieramenti politici adeguati e coerenti per la realizzazione di quelle riforme.

 

Quel passaggio stretto poteva essere aperto solo da una forte aggregazione di riformismi, cioè di forze politiche dichiaratamente riformatrici e deideologizzate, in grado di assicurare riforme efficaci e realistiche, avanzate ma non velleitarie. In una parola, serviva la forza tranquilla rappresentata dal riformismo del Psi. Questo particolare segno di riformismo doveva prevalere, doveva essere maggioritario nello schieramento delle forze politiche democratiche, doveva essere invasivo.


Invece trovò i due maggiori partiti, la Dc e l'ex Pci, coinvolti prioritariamente in una operazione di superamento delle proprie contraddizioni e di identificazione di una nuova fisionomia politica. La Dc impegnata a superare un modello pluralistico, efficace a governare le complessità e le diversità dell'Italia - dalla ricostruzione post-bellica ai grandi processi sociali dei decenni successivi - ma inadatto a rappresentare la governance all'epoca della globalizzazione. Il Pci, dopo il crollo dell'89, impegnato sopra di ogni cosa a salvaguardare dalla crisi la propria forza politica, la base di consenso e di potere piuttosto che ripartire da un processo di socialdemocratizzazione (sì proprio questo s'imponeva!) che investisse criticamente la tradizione comunista e a favore di una grande formazione riformista.

 

Il riformismo del Psi, in un momento di grande domanda sociale di riforme sistemiche, si trovò a dover fare i conti con l'introversione (ma anche l'avversione) della Dc e del Pds, e rispose con la linea della governabilità possibile e l'alleanza con quelle forze della Dc che non si erano mai contrapposte ideologicamente ai socialisti. Inoltre il Partito dovette contrastare duramente le componenti democristiane (la sinistra Dc) interessate solo a tenere aperto un canale di alleanza strategica tra la tradizione cattolica e quella rappresentata dal comunismo italiano".

Vuol dire che bisogna insistere sull'analisi e l'approfondimento di quella fase, in cui tutti i maggiori protagonisti colsero solo alcuni aspetti della nuova situazione, senza una capacità di sintesi e senza una strategia, diciamo, selettiva delle alleanze? Quale altro pezzo di analisi manca per una completa comprensione di quel momento cruciale?


"Lasciamo da parte le antiche cause storiche del conflitto tra socialisti e comunisti, la crescente lontananza provocata dall'esistenza di una sinistra di governo e di una sinistra di opposizione, e la diversa collocazione internazionale delle due forze principali della Sinistra italiana.


Affrontiamo il punto nevralgico della questione aperta: socialisti e comunisti sottovalutarono gli effetti che il "dopo '89" avrebbe prodotto nel sistema politico nazionale.

Tre furono le questioni che non si vollero vedere anche se erano davanti agli occhi di tutti. Esse sono:


1. La furia anti-partiti che si scatenò nell'area più vitale e ricca del Paese e che prese corpo nell'irrazionale mescolanza di volgarità populiste e di salvifiche soluzioni autoritarie e separatiste espresse dalla Lega Nord.

 

2. La crisi istituzionale. Cossiga ebbe coraggio e lucida preveggenza. Inviò un messaggio alle Camere ed ebbe come risposta un quasi-silenzio rotto solo dall'invettiva di Scalfaro: "Viva il Parlamento!". Cossiga nella lettera inviata alla Dc all'inizio del '92, prese atto "che il Pds poteva rinnovarsi ma non seppe resistere ad un richiamo di neo-stalinismo e che la Dc era impacciata ed incapace di affrontare un nuovo terreno di lotte, frenata da un perverso intreccio tra cultura del potere, convenienza al compromesso, decadenza del suo personale politico".

 

3. Il ricambio generazionale in atto nel Paese ruppe la crosta del potere gerontocratico formatosi intorno all'asse di uno scadente compromesso sociale e di una simulata alternativa politica. Ricambio che portò ai vertici dei due partiti di sinistra una generazione rampante nel Psi: aggressiva e, forse, disinvolta; e nel Pds una generazione di fresca burocrazia, un po' triste ma fortemente intrisa di un  berlinguerismo orgoglioso della diversità e ispirato da un astioso antisocialismo".


E Tangentopoli? Non l'ha ancora evocata. Eppure è un punto centrale della crisi e della divaricazione nelle forze politiche e a Sinistra.

Tangentopoli è una concausa, segna un momento di accelerazione del processo dissolutivo. Gerardo Chiaromonte il 23 maggio del '92 mentre tutto franava scrisse un articolo sull'Unità dal titolo: "Ma i corrotti di Tangentopoli non sono come i capi mafiosi". Illuminante nella sua corretta sintesi è l'occhiello: "Qualche riflessione sullo scandalo di Milano: il rischio di protagonismo dei giudici. L'uso approssimativo della parola regime: la confusione con i fenomeni di malavita al Sud. Questo articolo andrebbe riletto.

Perché possa ripartire una discussione seria e positiva a Sinistra bisogna che ognuno faccia nella sua area tradizionale di riferimento una pacata e serena riflessione sui danni prodotti dalla mancata risposta dei partiti al fenomeno leghista, dalla mancata battaglia del Psi per le riforme istituzionali, dalla mancata adesione del Pds al revisionismo post-comunista. Dopo dieci anni siamo ancora allo stesso punto.


Quando la Sinistra di governo non ce la fa deve allearsi con altre forze di centro, sempre che ciò sia compatibile con la propria forza e con la propria visione ideale. Altrimenti si è all'opposizione senza confondersi con la Sinistra che le ha impedito di governare".

I promotori di Socialismo è Libertà come pongono oggi la "questione socialista"?

 

"La questione socialista in questi dieci anni è stata oscurata ed il suo ritorno nell'agenda della vita politica italiana è fortemente contrastato.

 

Sappiamo che la politica è regolata dalla ferrea legge dei rapporti di forza: nessuno lavora per far rinascere una forza destinata a limitare i  margini di potere e di consenso.

 

Sappiamo anche che solo le idee forza accompagnate da una disinteressata e forte passione degli uomini può rompere i precari equilibri esistenti e fornire un contributo di chiarezza in uno scontro politico tanto aspro e confuso.

 

La questione socialista non può riemergere per grazia altrui. Spetta ai socialisti riflettere e meditare su alcune verità non aggirabili che sono il prodotto più indigeribile che ci ha consegnato il decennio 1992-2002:

 

1. Il vuoto di elaborazione culturale e politico;

 

2. L'invecchiamento del quadro storico di riferimento;

 

3. La difficoltà nel far nascere nuove vocazioni;

 

4.La dispersione di tante energie vitali costrette ad un lavoro di nicchia politica e di attività sociale pre-politica.

Che segnale verrà per i socialisti e per la Sinistra dalla prima assemblea del 14 marzo?

 

"Il segnale sarà chiaro: nasce un'Associazione libera, laica e socialista per dare la parola al silenzio. Non è un partito. È una libera associazione di donne e uomini che intendono contrastare la liquidazione silenziosa di una tradizione, di una storia, di una esperienza creatrice. Vuole essere un luogo di raccolta e di riflessione per quanti vogliono reagire a chi troppo spesso ed arbitrariamente ha dato per superato il socialismo e la sua causa.  Vuol essere un punto di incontro per coloro che hanno provato l'indifferenza o l'ostilità di un centrismo rivolto solo alla difesa di un liberismo senza idee e che hanno subito la freddezza e l'inimicizia di una sinistra spesso settaria e altera".

 
( Rdz )

SABATO 22 MARZO PRESENTAZIONE DI SOCIALISMO è LIBERTA' A GENOVA
Formica in Liguria

Una tappa obbligata per un grande progetto Socialista

 

A seguito della presentazione nazionale, del 14 Marzo, anche in Liguria, l'On. Rino Formica presenterà l'Associazione " Socialismo è Libertà ".Sarà inoltre presente un Responsabile Nazionale della Uil.
L'importante evento politico si terrà, il giorno Sabato 22 Marzo a Genova alle ore 17.00, presso la sala dell'accademia " Ligustica di Belle Arti " corso Largo Pertini 5 ( Piazza De Ferrari ).

Federico Pezzoli Responsabile Regionale della Costituente Pse commenta l'evento dicendo :  << Genova un più di un secolo fà segnò l'inizio di una storia gloriosa per l'Italia, oggi non può che essere una tappa obbligata di un grande progetto politico in grado di superare le varie diaspore Socialiste guardando avanti nell'interesse del paese. >>.
L'invito è rivolto a tutti i socialisti e a tutti coloro che si rendono conto dell'importanza di una grande forza socialista in Italia.

Per Informazioni Cell. 347 7353178


 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Informiamo che chiunque può inviare un proprio commento a:

 

E’ nata Socialismo è Libertà, e come Rino Formica recita nell’inizio della sua relazione è iniziata una nuova avventura 

Come affrontarla?

Pazienza – Coerenza – Coraggio.

Pazienza

La pazienza è necessaria visto la gravità della situazione.

Oggi abbiamo il partito più grande della sinistra diviso al  suo interno ma unito dall’assenza di una identità chiara di carattere storico politico che gli consenta di perseguire qualsiasi obiettivo. Chi ha letto la Gazzetta Politica di qualche settimana avrà trovato un articolo a riguardo di grande spessore.Poi abbiamo quella che chiamo sinistra alternativa, rappresentata dal movimento no-global e da Rifondazione Comunista. E’ una sinistra tanto diversa da noi quanto importante. Ha una grande capacità di elaborazione, di coinvolgimento di masse giovanili, ha soluzioni difficilmente realizzabili e spesso non condivisibili, ma offre la possibilità di proporre nuove idee, ed opera da stimolo per una sinistra più “istituzionale”.Infine la terza sinistra, e per definirla uso le parole brillanti di Ugo Intini. Intini è un pò come quel leader della Comune di Parigi che difronte al disfacimento di quell’esperienza affermava “sono il loro leader, non posso non seguirli”.

 Ma torniamo al nostro argomento e lasciamo la parola ad Intini, che qualche mese fa diceva:

I riformisti affrontano in queste settimane un massimalismo ed un estremismo nuovo. Quello del Palavobis, dei girotondi, del dipietrismo e del borrellismo. I massimalisti di un tempo, quelli dei quali ci separammo 110 anni fa, qui a Genova, erano povera gente e gente di cuore. Questi no. I massimalisti di un tempo, i massimalisti del ’68 erano libertari, questi no. Sono massimalisti con le manette. Non si sottovaluti né l’intelligenza politica né l’intuito naturale dei compagni. Chiunque abbia respirato l’aria di una sezione della sinistra sa distinguere tra la risata larga di Peppone e il sorriso affilato di Borrelli. Sa distinguere tra chi dà un valore simbolico al pane e chi lo dà alla torta Sacher. Sa distinguere tra la sinistra vera e una mutazione genetica della sinistra. Sono miliardari incattiviti per la perdita di status e di potere, gli orfani di mamma Rai catto-comunista. Sono i nostalgici di Mani Pulite che vogliono non una "sinistra sociale", ma una "sinistra penale"”.

Noi a questa sinistra diciamo di no! Ecco perché siamo qua!

La crudezza della realtà ci potrà venir confortata dalla maggiore coscienza di noi stessi e dal non saperci vittime miserevoli di illusioni infantili.Noi lavoriamo per la Sinistra socialista, laica e libertaria. Per la sinistra dei più deboli, per la sinistra del lavoro. Ecco perché serve  pazienza. Serve ad elaborare una  nuova teoria per rendere possibile il socialismo nel 2003.

Coerenza.

 Brevemente ripropongo alcune proposte che abbiamo fatto, e che ci hanno spinto ad incontrarci. Dicevamo:

Non c’è un destino avverso che ci ha condannato, è la nostra inazione l’avversità da battere. Perché il 2003 sia l’anno del risveglio tutti devono sapere che solo con le rinunce personali e con il coraggio si possono aprire le montagne e attraversare i mari.

Abbiamo detto di voler ridar voce al silenzio, allora teniamo fede agli impegni presi, e facciamolo anche quando le difficoltà ci sembreranno insormontabili.

  Coraggio

Ecco quindi la necessità di ritrovare il coraggio. Abbiamo trovato la via; ora percorriamola insieme senza prendere “scorpioni” come è avvenuto in questi anni, perché nostro padre a Livorno nel 21 ci ammonì dicendo “che le vie della storia non sono facili”.Concludo, poiché è già ora dipartire, ad ogni singolo ricordo ciò che annotai tempo fa in un diario scolastico:

"Punta a conquistare la luna. Se non ci sarai riuscito, avrai vagabondato tra le stelle."

  Sandro D’Agostino -Resp. Organizzativo Costituente Pse 
   Menbro Coordinamento Nazionale Socialismo è Libertà


Caro Direttore,

il progetto per la realizzazione di un soggetto autenticamente socialista si può dire che ha superato la fase di bozzetto. Dopo l’incontro di novembre a Bari ed altri succedutisi in varie città della penisola, assume una forma sempre più nitida, incisiva, determinata.

 Venerdì 14 u.s., nella sala del Centro Congressi in Roma, socialisti di tutte l’età hanno costituito l’Associazione nazionale “Socialismo è libertà”.

In qualità di delegazione leccese siamo arrivati nella capitale avvolta in un’aria calda, primaverile, ma quella avvertita nella sala dei Congressi di via Cavour, gremita di vecchi e giovani compagni provenienti da tutte le parti del Paese, riscaldava il cuore e soprattutto inumidiva gli occhi.

Mentre faticosamente cercavamo di guadagnarci un po’ di spazio, eravamo accompagnati dalla voce gentile e dalle parole appassionate e d’incisività leggendaria dell’On. Rino Formica, seguito da un intervento grintoso di Signorile. L’ex ministro, dopo aver ripetuto più volte che l’Associazione non è un partito né un pre-partito, ha affermato che si eleggeranno organi di coordinamento locale, regionale, nazionale.Questa seconda affermazione ha, nell’entusiasmo silenzioso dei presenti, fatto sorgere dei dubbi verso la prima. E’ stata poi la volta di Martelli autocritico e realistico nell’affermare che i socialisti ovunque siano, a destra al centro o a sinistra dicono le stesse cose, ma sono, poi, i fatti a determinare il riscontro delle parole. Riconoscendo, inoltre, la netta incompatibilità e innaturale collocazione a destra dei socialisti, poiché il vero socialismo è la sinistra.Ce lo dice la storia. E se nei fatti non si lotta, o non si può lottare per la solidarietà, la giustizia, la libertà ecco che definirsi socialisti diviene inevitabilmente un sostantivo astratto, teso solo ad incorniciare un logo fine se stesso e a creare confusione, persino uno stizzoso fastidio al solo udire un termine che invece dovrebbe automaticamente evocare la solidarietà, la giustizia, la libertà, la difesa dei diritti umani.Ce lo dice una coscienza socialista e  responsabile.

Per quel che mi riguarda ho più volte espresso, in precedenti opinioni, il significato di socialismo e libertà. Il primo è quando “..un uomo, una donna o un giovane sente la responsabilità e la solidarietà verso un altro essere e il suo ambiente e spende tutto se stesso per garantire nei fatti una vita degna d’essere vissuta”. Sul significato della libertà ho ampiamente espresso la mia opinione in un mio precedente articolo pubblicato di recente e ribadisco che si è liberi quando vi è il presupposto di esercitarla parallelamente al rispetto per tutto e tutti.

La denominazione dell’Associazione “Socialismo è libertà” ha voluto rimarcare, appunto, che il vero Socialismo deve necessariamente possedere le suddette prerogative accompagnate dall’azione, dalla lotta per garantirle e difenderle.

Si è giunti all’incontro romano dopo numerosissimi scambi d’opinioni attraverso internet, lettere, incontri tra giovani e meno giovani, tra rappresentanti istituzionali e semplici cittadini, dopo aver per troppo tempo subito una politica dei personalismi, schizofrenica, caratterizzata dall’immobilismo, da un’inazione che ha emaciato lo stato di diritto, la democrazia, che ha polverizzato i luoghi di confronto nell’elaborazione di programmi tesi alla concreta realizzazione di lavoro, sviluppo, servizi efficienti e, quindi, rispetto tanto rispetto e responsabilità per la vita.

E’ intervenuto il Segretario Angeletti della UIL ed il referente nazionale Del Bene Daniele. Ha ricordato, dopo aver posto l’accento sulla necessità e la richiesta massiccia di giovani e meno giovani di vero socialismo, che socialisti si nasce.

Gli interventi si sono succeduti mentre la sala diveniva sempre più troppo piccola per contenere tutte le presenze che si alimentavano con il passar del tempo. C’è da dire, comunque, che nella sala dei Congressi si è avvertito la netta sensazione di avere di fronte Politici e di respirare Politica come non succedeva da troppo tempo.

 Un socialista può commettere errori, può umanamente sbagliare ma non sceglierà mai la strada della chiusura, della costruzione di paletti o steccati alla tutela del proprio orticello, ma sceglierà sempre e comunque un’apertura a 360 gradi, nella metafora di un abbraccio proteso ad accogliere tutta l’umanità. Un vero socialista cercherà sempre e comunque il confronto progettuale, avrà sempre capacità di mettersi in discussione, ecco perché l’assenza di qualche dirigente nazionale che si definisce socialista in un evento tanto importante quanto necessario è mio parere che si commenta da sé.Come ha scritto Formica: <<..è nata un’Associazione che vuole essere scuola di formazione per nuove energie che guardano al futuro, e senza perdere la memoria, sanno sviluppare un’analisi serena e realistica sulle trasformazioni intervenute che rendono irripetibili alcune esperienze del passato. Nulla sarà facile, grandi sono le difficoltà, ma in passato abbiamo attraversato ben altre prove. Oggi chiediamo lo stesso impegno e la stessa volontà affinché la parte migliore di questa storia abbia la voce per costruire il futuro. E’ nata un’Associazione libera, laica e socialista per dare la parola al silenzio>>.

Checché se ne dica, quantomeno, noi ci stiamo provando

Anna Prato
  
Socio fondatore Associazione “Socialismo è Libertà”