"ULTIME NEWS" 
6 Giugno 2003  - da Stampare e distribuire -

 
 
A COLORO CHE SI SENTONO ANCORA SOCIALISTI.

Delbene : << Non unire, ma superare le diaspore Socialiste >>

Socialisti di ogni diaspora, un dovere e più coraggio. E’ il nostro momento .

di Daniele Delbene

In questa situazione di debolezza della politica Italiana, di fronte a un centro sinistra privo di una forza di riferimento del riformismo socialista,  a un Ds che ritrova il proprio cammino “puntando su Cofferati” ed a una Margherita, che priva di una linea politica definita, diviene come un pendolo che oscilla  alla disperata ricerca del solo voto, si sono creati lo spazio e la necessità di una prospettiva socialista.

Quello che per anni, lunghi anni, è rimasto un desiderio, una speranza, oggi ha tutte le condizioni per trasformarsi in realtà.

 Per fare questo c’è bisogno di una mobilitazione da parte di tutti i socialisti, da quelli delle grandi città a quelli dei piccoli paesini di provincia , da quelli che hanno continuato a militare nelle varie forze politiche a quelli che forse si erano rassegnati.

La prima condizione che deve essere superata è quella della diaspora, di un grande puzle da ricomporre su cui costruire un grande palazzo.

Questa condizione non deve essere vista come la semplice unità dei socialisti, ma come il superamento in un unico progetto degli attuali partiti di riferimento.

Sicuramente ogni realtà socialista ha svolto un ruolo politico mantenendo viva questa grande cultura e nessuno  vuole porre commento, ma oggi c’è bisogno di superare tutto questo per poter guardare avanti.

I dirigenti del Nuovo Psi devono rendersi conto che non è più plausibile giustificare la loro alleanza nel centro destra con quanto avvenuto dieci anni fa, e quelli dello Sdi devono capire che non va tutto bene e che la prospettiva per i socialisti non può essere quella di una casa dei riformisti con margherita ecc, bensì quella di dei riformisti Socialisti.

Per realizzare tutto questo c’è bisogno non di un semplice accordo elettorale, ma di una dichiarata necessità di superamento della loro esistenza per contribuire a un unico progetto.

“Socialismo è Libertà” è nata per aprire questo cantiere di elaborazione  a cui tutti i socialisti non possono che essere partecipi.

Vogliamo un centro destra che abbia la possibilità di rivendicare o di confondere la nostra storia?

Vogliamo una casa dei riformisti che di socialista non avrebbe più nulla se non qualche attuale dirigente prossimo parlamentare ?

Oppure oggi, che ci sono tutte le condizioni politiche e soprattutto la forte e sentita necessità, vogliamo lavorare per costruire un grande partito Socialista ?

Sono convinto che dentro ogni socialista in ogni angolo d’Italia la risposta è spontanea e la stessa, a questo punto tiriamo fuori il nostro coraggio e manifestiamo la nostra volontà.

Nessuno domani dovrà poter dire << se forse anche io avessi fatto la mia parte, forse oggi…. >>

Abbiamo lasciato la parola ad altri per troppo tempo, oggi è ora di riprenderla.

<< Dirigenti Socialisti, o lavorate a un progetto socialista comune che guardi avanti, che superi le divisioni e in qualche caso sole rendite personali,  o i socialisti vanno avanti senza di voi nell’interesse dell’Italia>> questa è la frase che deve uscire con forza e con coraggio da ognuno di noi .

Socialismo è Libertà e centinaia di giovani saranno con voi.


 

La Terza via di Formica e Angeletti

DI CLAUDIO MARTELLI

 

I socialisti dicono tutti le stesse cose ma restano divisi e senza autonomia

Una federazione per non andare in ordine sparso alle europee (con un occhio alla Uil)


Tra i tanti segnali da cogliere in questa consultazione amministrativa molto parziale ci sono i risultati socialisti. Lo Sdi arretra ovunque, anche drasticamente, rispetto alle precedenti amministrative, salvo eccezioni come Foggia ed Enna. Il Nuovo Psi consolida il magrissimo risultato delle politiche ma la sua apparizione in consultazioni provinciali non sempre basta a colmare le perdite Sdi. Talora sono le liste socialiste autonomiste, distinte o alleate con il centro-sinistra, a bilanciare le perdite Sdi e il non decollo del Nuovo Psi, a far registrare guadagni alle forze socialiste, infine a introdurre una voce nuova nella diaspora. Né si deve sottovalutare il contributo di forti individualità o di gruppi dirigenti locali (presto si vedrà anche in Friuli) che hanno preservato una presenza e custodito un ruolo minoritario ma significativo, che meritano un riconoscimento e una rappresentanza federativa nazionale.

Trasformare questa realtà intrisa di divisioni, di risentimenti, di incomprensioni, di calcoli errati e di conclusiva insignificanza in un progetto politico appare molto arduo. I protagonisti della diaspora – nessuno escluso – al di là certo delle loro intenzioni, non sono riusciti ad animare un progetto politico convincente, robusto e riconoscibile, a mostrarsi all'altezza di una grande storia. Superare personalismi e frammentazioni per ricostruire una forte comunità politica intorno a un'idea antica che deve rinnovarsi, che può tornare protagonista solo se ispira, in una stagione riformatrice, i caratteri e le nuove alleanze politiche e sociali interessate a guidare il cambiamento, la costituzione liberale, legale e materiale di una Terza Repubblica, questo è il compito, la missione di Socialismo è Libertà. A questo servono i socialisti, la loro presenza diffusa, la loro autonomia di pensiero, la forza che può derivare dalla loro alleanza, dalla loro federazione, dalla loro unione con i laici.

L'associazione guidata da Rino Formica con tanti vecchi e giovanissimi compagni in solidarietà di intenti con Luigi Angeletti e tanti sindacalisti Uil, muove dalla convinzione che una rinnovata presenza laica e socialista si conquista nell'incontro tra riformismo politico e riformismo sindacale, ricominciando dal partito dei meriti e dei bisogni e dal sindacato dei cittadini. Non è nostalgia: è che quelle due potenti intuizioni restano insuperate e possono ispirare, oggi più di ieri, un riformismo vitale e moderno, la sua identità, le coordinate essenziali di un progetto di rinnovamento politico e sindacale.

Nulla esclude, anzi, tutto fa ritenere che la ricomposizione socialista debba concorrere a un più vasto disegno di rinnovamento del centro-sinistra. Già Enrico Boselli parla di una "Casa comune dei riformisti", spera in Romano Prodi perché teme, non a torto, la tentazione egemonica dei Ds, ma sembra non avvedersi che quella tentazione si riproporrebbe anche in una casa riformista più coesa tra Ds, Margherita e uno Sdi all'1%. Gianni De Michelis, senza uscire per ora dall'alleanza con il centrodestra, si è spinto sino ad augurarsi, con la scissione tra riformisti e massimalisti nei Ds, l'opportunità di un big-bang tra i partiti che si richiamano al socialismo europeo. Dunque le parole non mancano, intendo le parole comuni a tutti i socialisti della diaspora. Pur ridotti a forze marginali, i socialisti italiani «ovunque collocati» - ha osservato di recente Sergio Romano - dicono più o meno le stesse cose. Segno della costanza di una cultura politica e della sensibilità di governo oltre la nostra tragedia degli anni '90, e oltre lo spartiacque provvisorio di questo bipolarismo. Persino sul tema più ostico, quello della giustizia politica, vera architrave della diaspora socialista, sacro Graal delle nostre divisioni. Così socialisti rimasti a sinistra osano ripetere che nell'inchiesta Mani pulite si sono intrecciate repressione legale della corruzione e persecuzione giudiziaria, mediatica e politica e, pur avversando politicamente Berlusconi, si rifiutano di criminalizzarlo, di cavalcare il giustizialismo, di ostacolare il riequilibrio necessario tra magistratura e politica. D'altra parte, il progetto del Nuovo Psi non è mai decollato perché la collocazione di una entità socialista nel centrodestra è innaturale; perché nel giustizialismo si sono distinti in antisocialismo viscerale o opportunistico anche la Lega, An e, fino alla rivendicazione dell'eredità politica dei partiti democratici della Prima Repubblica, anche Berlusconi e, soprattutto, i suoi media; infine perché il centrodestra vuole "tenere" gli elettori socialisti di un tempo ma non sa che farsene di un partito socialista, come dimostrano tante prove e da ultimo la vicenda dell'Avanti! (un rigurgito di Cosa 2, questa volta da destra). Ciò motiva ampiamente l'eco più critica verso le politiche della Casa delle Libertà e le parole più autonomistiche – oltre che di Bobo Craxi - dell'ultimo De Michelis che alterna inguaribili proclami di vittoria e riflessioni unitarie. Non diversamente Boselli, senza mai mettere in discussione l'alleanza di centrosinistra, è venuto assumendo negli ultimi tempi posizioni autonome su temi politici fondamentali anche se alla Casa comune dei socialisti antepone la Casa comune dei riformisti, con i Ds e la Margherita. Vaste programme! dentro il quale spera di presidiare almeno uno spazio di sopravvivenza. Ora, il rischio che queste elezioni segnalano è che nemmeno la sopravvivenza elettorale è più garantita, proprio in uno scrutinio proporzionale – madre di ogni futura battaglia - come quello del voto europeo di qui a un anno. Dunque non mancano le parole comuni, ma le parole non bastano se si è divisi in micropartiti «ovunque collocati». Occorre qualcos'altro: un'autonomia strutturale non occasionale. L'autonomia necessaria del pensiero socialista e quella possibile dell'azione politica sono il terreno naturale di discussione tra le esperienze della diaspora. L'autonomia socialista è anche, come insegna la storia, condizione e compagna di una rinascita liberaldemocratica, laica e cattolica. Intanto una cosa queste elezioni hanno chiarito: se i socialisti non sapranno unirsi, federarsi o, almeno, allearsi in vista delle elezioni europee, nel 2004 non ci saranno solo lo Sdi e il Nuovo Psi. A contendere questo campo ci saranno anche i Socialisti autonomisti. Al centro e a sinistra. Oltre i poli attuali. Tutti coloro che vogliono evitare una competizione suicida tra partitini divisi in alleanze contrapposte devono lavorare per trasformarla in un libero confronto di correnti socialiste. Che si misurano democraticamente. Come in un ideale congresso davanti agli elettori.

 


 

Una riunione nella sala Dante del Costa
«Socialisti, l'obiettivo
è superare le divisioni»

Ricordati Stefano Salvemini e Pancrazio Gennaro

«Ricostruire un luogo comune di confronto fra tutte le diverse aree ed organizzazioni che si richiamano agli ideali e all'esperienza politica del socialismo riformista italiano». Di questo si è discusso l'altro giorno nel corso di un incontro organizzato dal coordinamemto provinciale dell'associazione «Socialismo e libertà», dal titolo «La casa comune dei socialisti precondizione per la casa comune della sinistra riformista». L'incontro, alla presenza di cinquecento persone, si è svolto nella sala Dante dell'istituto tecnico commerciale Costa. Forte la presenza di militanti impegnati nelle organizzazioni sindacali, nell'associazionismo e nelle amministrazioni locali. Hanno preso la parola Antonio Grasso, Mimino Leuzzi, Raffaele Sirsi, Riccardo Monsellato, presidente provinciale dell'associazione «Craxi» e Gianvito Mastroleo, dell'associazione «Di Vagno». In apertura dei lavori sono stati ricordati Stefano Salvemini e Pancrazio Gennaro, due esponenti socialisti recentemente scomparsi. Sono poi stati illustrati, dai diversi intervenuti, i contenuti politici della riunione, che è stata coordinata dal consigliere regionale Vittorio Potì. In primo luogo - come detto - è stata richiamata la necessità di ricostruire un luogo comune di confronto fra tutte le diverse aree ed organizzazioni che si richiamano agli ideali e all'esperienza politica del socialismo riformista, con l'obiettivo di superare divisioni che, come ha detto Rino Formica nelle sue conclusioni, non hanno più alcuna ragione di esistere. «Solo in questo modo - è stato detto - i socialisti potranno contribuire in maniera significativa alla costruzione delle politiche ed al rafforzamento elettorale del centrosinistra. I risultati di quest'ultima tornata amministrativa mostrano, senza alcun dubbio, come mettendo insieme i risultati conseguiti in Puglia dalle diverse formazioni socialiste, esse avrebbero dato luogo ad una presenza politica di primissimo piano nella coalizione». Portavoce del coordinamento è stato nominato Gianni Scognamillo.


 ANCHE A BARI " SOCIALISMO è LIBERTA' "

Costituito a Brindisi il Comitato provvisorio del Coordinamento provinciale dell'associazione «Socialismo è libertà», presieduta, a livello nazionale, dall'on.Rino Formica, annovera nel suo Coordinamento, tra gli altri, gli onorevoli Signorile e Martelli, Angeletti segretario nazionale della Uil, Pietro Larizza ex segretario nazionale della Uil ed i segretari nazionali Veronesi, Foccillo e Loj. «Promuovere il confronto e la partecipazione - è riportato in una nota dell'associazione, che ne fissa gli intenti - di diverse esperienze e culture, nella definizione del progetto politico per una Democrazia libera e giusta, progetto che riconosca nella civiltà dei Socialismo i suoi valori e la sua identità e nell'Europa il suo terreno concreto di realizzazione». «Lavorare - conclude la nota - per una società che riesca a dare a ciascun individuo la massima disponibilità di decidere la propria esistenza e di costruire la propria vita "la società dei socialisti"». Il coordinamento provinciale provvisorio risulta costituito da Antonio Licchello, Enio Caliolo, Vincenzo Santacesaria, Carlo D'Abramo, Wladimiro Caliolo, Cosimo Zuccaro, Giuseppe Zippo, Alfredo Iaia, Antonio Bruno, Nicola Colonna, Nicola Pais, Antonio Agrimi, Franco Menzione, Nicola Liuzzi, Gianni Stasi, Paolo Siciliano, Antonio Antelmi, Pancrazio Muscogiuri, Giuseppe Pennetta, Patrizia Bianchi, Roberto De Giorgi, Claudio Di Rienzo, Carlo Ventriglia, Giovanni Albano, Giacomo D'Amato, Michele Martella, Donato Carlucci, Francesco Amico, Vittorio Alberti, Matteo Tanzarella, Salvatore Ciracì, Vincenzo Bellacosa, Stefano D'Alena, Francesco Rodio.


 

LEGGI :

 

di Claudio Signorile
www.gazzettapolitica.it
 

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Informiamo che chiunque può inviare un proprio commento a:
 
 
 Lettera 1

 
Cari compagni,
    purtroppo io stesso ho poco tempo da dedicare ad internet in questo
periodo ma cerchiamo di non trascurare la nostra mailing. E' vero che molti
dei nostri interventi si sono spostati nell'appendice di Domanisocialista,
ma spero non s'interrompa il nostro "confronto interno" che è stato particolarmente
ricco e vivace in passato.Proprio le diverse esperienze territoriali e sensibilità
individuali ci hanno permesso di compiere i primi significativi passi di
un percorso che sappiamo essere lungo e accidentato. Stiamo riuscendo in
un operazione che solo un anno fa non avremmo immaginato. Siamo riusciti
ad avvicinare diverse anime socialiste, separatesi nel corso degli anni
'90. Abbiamo partecipato attivamente, anzi da protagonisti, alla nascita
di Socialismo è Libertà.Insomma stiamo lavorando e, con ogni probabilità,
riusciremo presto a fare nascere anche in Italia una grande forza Socialista.
E' innegabile infatti che, sebbene ancora il tutto non si traduca in "percentuali"
elettorali, nella società si comincia ed avvertire in modo sempre più evidente
una richiesta di Socialismo. L'insufficienza delle risposte date dall'attuale
sinistra è ormai palese, non solo sul piano politico-istituzionale ma soprattutto
in quello socio-culturale. Salvo felici eccezioni non ci sono più laboratori
politici degni di questo nome, non si analizza la società, non ci si confronta
con "l'altro", conseguentemente non si producono più programmi che rispondano
ai veri bisogni dei cittadini. La Sinistra attuale si è pericolosamente
allontanata dalla società civile, non sa interpretare le sue richieste,
non capisce le sue paure e per tanto non sa dare delle risposte adeguate
ai problemi apparsi col terzo millennio.Per riavvicinarci alla società,
la ricetta è semplice benché indigesta: si richiede il massimo impegno possibile
ad ognuno di noi. E mi auguro che non saremo proprio noi giovani a tradire
la causa socialista in questo momento in cui il Paese ne ha più bisogno.
Sono profondamente convinto che il futuro ci riservi delle piacevoli sorprese
ma dobbiamo essere noi a creare le condizioni affinché si possa riavere
una credibile Sinistra in  Italia: adesso tocca a noi!
A Catania stiamo operando per la creazione di un "osservatorio" politico
che spero diventi presto un "laboratorio". La chiave che permetterà questo
passaggio, da una funzione per lo più passiva di studio e analisi a quella
attiva di elaborazione e proposta di soluzioni concrete, è naturalmente
rappresentata dalla FORMAZIONE. E' per questo che ho trovato pregevole l'iniziativa
della direzione nazionale della Costituente (con la quale mi complimento)
di inserire delle ore di formazione politica nell'incontro romano del 14-06.Inoltre,
e lungo la stessa direzione, abbiamo deciso di organizzare a Catania dei
corsi che permettano ai giovani di imparare e quindi di "formarsi" per diventare
la nuova classe dirigente. Ovviamente sono consapevole dei limiti che potrà
avere l'iniziativa locale ma credo che la strada individuata sia quella
giusta. Penso che se la Costituente (a livello nazionale e regionale) si
caratterizzasse, tra le altre cose, per una attività di formazione dei nuovi
"quadri"socialisti potrebbe svolgere un ruolo molto importante: cinghia
di trasmissione tra i programmi socialisti e l'attività dei circoli territoriali.
La formazione potrebbe consistere in diverse attività: da un vero e proprio
corso di formazione politica da effettuarsi per una settimana l'anno a Roma
(con seminari tenuti da politici e tecnici) ad iniziative più semplici quali
una costante in-formazione su temi di particolare interesse ed importanza.
In parte questa attività è stata svolta in passato da compagni che, con
molta passione e in modo del tutto gratuito, si sono preoccupati di far
circolare articoli, interviste, documenti (qui un ringraziamento particolare
va a Piccoli e ai miei carissimi amici D'Agostino e Mascellino) ma adesso
è venuto il momento di creare una rete nazionale più salda e compatta. Praticamente
dobbiamo fornire i mezzi (in particolar modo economici, ma non solo) a questi
compagni che spendono tanto del loro tempo per il progetto socialista. Se
è vero che rispetto al passato oggi possiamo appoggiarci su alcuni organi
informativi come Domanisocialista o la Gazzetta Politica, e anche vero che
questo non basta. Abbiamo bisogno (come giovani) che i nostri organi direttivi
siano inseriti in quei circuiti politici, culturali e istituzionali che
gli permettano di potere operare e programmare con prospettive più ampie.
Dobbiamo mettere i nostri rappresentati nelle condizioni di poterci rappresentare
al meglio. Oggi il quadro politico di riferimento è quello europeo ed è
quindi necessario creare una nuova forza socialista che si muova in tale
ambito e non rimanga ingabbiata entro confini puramente geografici (perchè
tali sono divenuti quelli nazionali!). Dobbiamo permettere ai nostri rappresentanti
nazionali di confrontarsi con i nostri cugini europei per l'elaborazione
di una strategia socialista che consideri tutta l'Unione.
Da tutto ciò ne trarrà beneficio anche chi come me si limita ad operare
nella propria città, perché ormai i vari livelli locale,nazionale,europeo
sappiamo essere strettamente connessi. Occorre una strategia di più ampio
respiro. Il poco tempo a disposizione non mi ha permesso di essere esaustivo,
spero almeno siano sufficientemente chiare le poche linee tracciate, ma
vorrei che nella mailing si cominciasse a discutere anche di questo in attesa
dell'incontro nazionale dove tenterò un discorso molto più articolato e
completo.
Un fraterno saluto.

Dario Specchiale- Responsabile Costituente Pse Catania
 
 Lettera 2

 
 
Compagni,
Vi invio la lettera aperta di una cittadina Polacca cui è impedito di
votare.
Nel solco di una tradizione non possiamo essere insensibili a questo grido.
Saluti socialisti
Gino Di Maro

**************************************************************

Lettera aperta
ai Parlamentari della Repubblica Italiana, alle Forze politiche non
rappresentate nel Parlamento italiano, ai difensori civici, alle
associazioni di extracomunitari, all'Ambasciata ed al Consolato Polacco in
Italia, agli organi di informazione. Diffida ad adempiere ex L. 241-90 alla
Spett.le Prefettura di Napoli

Orzel Jolanta, nata a Nowy Sacz (Polonia) il 15-11-1979, cittadina polacca
domiciliata in Giugliano (Na) alla via Acacie 26, espone quanto segue:
- che l'istante è la presidentessa della Rondine - associazione lavoratori
Paesi EstEuropei in Italia - associazione senza scopo di lucro costituita
con atto notarile del Notaio Ingrosso di Pozzuoli (Na) del 29-6-01 con sede
in Napoli alla via Michelangelo Schipa n. 91, associazione di lavoratrici e
lavoratori dei Paesi dell'Est Europa fondata in Italia da Polacchi ed
Ucraini costretti ad emigrare per esigenze di occupazione dopo la caduta del
muro di Berlino, associazione che lavora per tutelare i diritti, ove
calpestati, del lavoratore extracomunitario promuovendo iniziative politiche
sui problemi degli immigrati e giudiziarie attraverso un proprio ufficio
legale anche presso la Corte Europea di Strasburgo, associazione che ha dato
vita ad un progetto di studi e di raccolta di testimonianze
sull'immigrazione dell'EstEuropa dopo la caduta del muro di Berlino;
- che per conto della sottoscritta è stata presentata in data 5 novembre
2002 la dichiarazione di denuncia di emersione di lavoro irregolare ai sensi
dell'art. 33 della legge n. 189 del 30-7-2002 e successive integrazioni;
- che gli organi preposti della Prefettura di Napoli, benchè siano trascorsi
diversi mesi dalla presentazione della dichiarazione con i
documenti-attestazione di pagamento indicati nella norma suddetta, non hanno
provveduto ad invitare le parti per la stipula del contratto né al
contestuale rilascio del permesso di soggiorno e comunque a quanto da loro
dovuto; non si conosce inoltre l'attività svolta o meno della Questura
competente che è tenuta all'accertamento della sussistenza dei motivi
ostativi all'eventuale rilascio del permesso di soggiorno;
- che il ritardo è divenuto una indebita costante degli iter burocratici
relativi all'ottenimento di un permesso di soggiorno o di un rinnovo di
permesso di soggiorno e si è tradotto - di conseguenza - in un'arbitraria
disapplicazione delle disposizioni legislative in materia con conseguente
violazione dei diritti corrispondenti e concreto danno per le parti
interessate. E' noto e si denuncia ancora che la sola ricevuta postale di
regolarizzazione ovvero la sola striscetta della domanda di rinnovo non è
sufficiente all'extracomunitario che in tali casi incontra ostacoli per far
domanda di ricongiungimento familiare, per stipulare un contratto di lavoro
subordinato, per poter esercitare un lavoro autonomo, per stipulare un atto
notarile ed altro!
- che la sottoscritta unitamente ad altri nove extracomunitari iscritti alla
Rondine in data 13-3-03 presentava una dettagliata denuncia alla Procura
della Repubblica di Roma sulle omissioni nel rilascio di permessi di
soggiorno o dei rinnovi, sugli ostacoli posti a cittadini extracomunitari
titolari di domanda di regolarizzazione al rientro in Italia e all'esercizio
del diritto alla regolarizzazione per aver lasciato l'Italia dopo la domanda
di regolarizzazione stessa ed in ultimo sugli ostacoli all'esercizio del
diritto di cittadini stranieri che hanno presentato la denuncia al datore di
lavoro inadempiente alla presentazione della domanda di regolarizzazione;
- che in riferimento agli ostacoli posti tuttora a cittadini extracomunitari
titolari di domanda di regolarizzazione al rientro in Italia e all'esercizio
del diritto alla regolarizzazione per aver lasciato l'Italia dopo la domanda
di regolarizzazione stessa, si denunciò all'A.G. e si denuncia ancora oggi
nelle sedi politiche - come invalida e pretestuosa - l'esistenza di
un'applicazione-interpretazione della legge 189-02 secondo cui
l'extracomunitario titolare della richiesta di regolarizzazione non può
lasciare l'Italia. Il riscontro "giuridico" di tale interpretazione si è
concretizzato in una mera imprecisata circolare del Ministero dell'Interno,
Dipartimento della Pubblica Sicurezza, del 16-10-2002 secondo cui l'avvenuta
presentazione della dichiarazione di regolarizzazione "non costituisce
titolo che possa consentire, in caso di esodo temporaneo dal territorio
nazionale, un successivo rientro in Italia dello straniero interessato",
tale notizia si è letta sul sito internet www.stranieriinitalia.it;
- A sostegno politico di tale interpretazione (che si è già denunciata come
perversa) si è notato un chiacchiericcio alimentato da dichiarazioni di
diversi uomini politici (per tutti un articolo ripreso l'11-11-02 sul sito
internet www.stranieriinitalia.it con dichiarazione del Sen. Roberto
Calderoni che ricopre la carica di vicepresidente del Senato Italiano) in
cui si addiceva l'esistenza di un vorticoso giro di ricevute postali tale da
consentire l'illegittimo ingresso di extracomunitari che avrebbero
ingrossato le file della clandestinità.
Si evidenzia che la ricevuta postale della domanda è nominativa del datore
di lavoro e del lavoratore per cui non può essere utilizzata
illegittimamente da altro extracomunitario. I timori del Senatore Calderoli
e forse di altri sono infondati.
Nel merito, la domanda di regolarizzazione da diritto alla regolare
permanenza per lavoro all'extracomunitario nel territorio italiano alle
dipendenze di chi ha effettuato la domanda di regolarizzazione. La stessa
legge c.d. Bossi-Fini istitutiva della regolarizzazione non ha previsto un
divieto di temporaneo esodo dall'Italia né, di conseguenza, un impedimento
al  diritto alla regolarizzazione per chi lascia temporaneamente l'Italia.
In mancanza devono applicarsi le normali disposizioni legislative con - in
testa - la normativa costituzionale che statuisce il diritto di ogni
cittadino (italiano o straniero) a lasciare il territorio italiano (art. 16
Cost.).
Non è possibile ed è illegittimo che una circolare - che è atto interno al
Ministero - dispone di una limitazione di un diritto.
Non si deve inoltre sottacere che la stessa Costituzione Italiana statuisce
l'ulteriore diritto di ogni cittadino (italiano e straniero) di esercitare i
suoi diritti nei confronti della P.A.. e che con il divieto di rientro in
Italia e, di conseguenza, alla ripresa dell'attività lavorativa, il diritto
all'esame della domanda di regolarizzazione verrebbe irrimediabilmente
calpestato.
Si evidenzia inoltre che le Autorità preposte riservano nella fase  di
reingresso diverse soluzioni operando così un effetto ancora più distorto
dall'evidente invalida applicazione operata.
Sta di fatto - e lo si denuncia ancora - che diversi extracomunitari,
titolari di domanda di regolarizzazione, approfittando di un periodo di
ferie hanno lasciato l'Italia per far rientro nei propri Paesi di origine
soprattutto in occasione dei giorni di Natale e di Pasqua.
Al rientro - per quello che si è a conoscenza - le difficoltà sono state
evitate prevalentemente per chi ha fatto rientro con i soliti pulman o in
macchina, ma vi sono stati casi di extracomunitari - con criteri
impercettibili - che sono stati respinti dalla Polizia di frontiera
ottenendo così un effetto ancora più distorto per una evidente
discriminazione soggettiva operata.
Tanto premesso e ancora denunciato, si evidenzia per il significato politico
solenne che riveste, che in data 7-8-6-03 prossimi immediati i cittadini
della Polonia - e con essi anche la sottoscritta e tutti i lavoratori
Polacchi che vivono e lavorano in Italia - saranno chiamati a pronunciarsi
con un referendum sull'adesione della Polonia all'Unione Europea.
Permanendo questi ostacoli né la sottoscritta né altri lavoratori Polacchi
potranno recarsi in Patria per pronunciarsi sull'ingresso in Europa.
Tanto detto, la sottoscritta quale cittadina e lavoratrice Polacca in
Italia, quale Presidentessa di un'associazione di extracomunitari in parte
Polacchi, rivolge un invito a chi di competenza perché sia superata questa
grave, ingiusta e poco edificante situazione consentendo agli
extracomunitari titolari di domanda di regolarizzazione di potersi recare
nel proprio Paese di origine ravvisandosi, in mancanza, ostacoli che fanno
dell'Europa una realtà di carte.
Distinti e rispettosi saluti
Napoli 28-5-03
Jolanta Orzel

RONDINE
Associazione Lavoratori Paesi EstEuropei in Italia
Via M. Schipa n. 91 Napoli
Tel-fax. 081-8952575 - 3496193153
e-mail ass.rondine@virgilio.it;


P.S.: la sottoscritta con separato atto si sente costretta a chiedere ai
sensi della L. 241-90 all'On.le Prefetto di Napoli - quale Ufficio
territoriale del Governo - perché subito per ragioni di opportunità politica
indicate e comunque entro trenta giorni dalla ricezione del presente atto
come per legge sia rilasciato il permesso di soggiorno di diritto
riservandosi in mancanza le azioni di diritto.
 
 
BREVI ma IMPORTANTI
 
 
 
DONNE SOCIALISTE
 
 Le Giovani Donne della Costituente Pse si organizzano
 
 
Le Donne Socialiste si stanno organizzando.
Dopo la creazione di un sito internet ( www.donnesocialiste.ion.it ) si è creato un primo nucleo organizzativo. Persichella Maria,Greco Emanuela,Francesca Giambarella,Silvia Taverna, Bianchi Cristina, lanciano un'appello a tutte le donne socialiste d'Italia al fine di portare il loro contributo.
  

 Contributi Esterni - Cultura - Politica - Iniziative

 
UN AGURIO MERITATO A UN GRANDE COMPAGNO
 
 
CANDIDATI SPECIALI
E alle comunali l'omonimo del Senatur tifa per Sergio Cecotti
 
Si chiama Bossi il "tarlo" di Cecotti. Bella scoperta, dirà qualcuno. Ma sbaglierebbe, perché questo Bossi («nessuna parentela» con l'Umberto) di nome fa Giovanni, ha 28 anni, e fa il praticante legale in uno studio udinese. A dispetto dell'età (è il più giovane candidato della lista "Convergenza per Cecotti") è già, a suo modo, un veterano della politica, praticata con passione fin dai banchi del liceo Stellini e poi all'Università di Trieste, fino all'impegno con lo Sdi nella prima circoscrizione. «La politica è come un virus. Una volta che l'hai preso non puoi più farne a meno», giura lui, socialista convinto, approdato nelle fila dei cecottiani in aperta polemica con gli ex sodali («Non ho condiviso l'alleanza con la Margherita decisa dai vertici: nel mio piccolo, anch'io lotto contro i visitors»), come portabandiera dell'associazione che si riconosce nel portale di opinione www.ilcarul.it, nato nel settembre 2002. Il "tarlo", appunto, perchè questo significa "carul": «Un animaletto piccolo ma costante nella sua opera, come il dubbio che mina le certezze effimere». Il suo sogno? Dare una risposta al «fitto sottobosco di energie e di talenti impossibilitati, per problemi economici o di spazi a cimentarsi in qualsiasi arte espressiva: vogliamo costruire un centro polivalente per la sperimentazione artistica». Per «minare le certezze» il "tarlo" Giovanni è attrezzatissimo. All'intervista arriva con un block notes fitto fitto di appunti sui successi ottenuti dalla giunta Cecotti. Perché la politica, per lui, è una cosa seria. «Non si può impostare una campagna elettorale solo sulle belle gambe o sbattendo gli occhioni come fa la Guerra». Ci vogliono persone come Illy «l'equilibrato» e Cecotti «il solido». E, poi, bisogna studiare. Lui, che fa parte anche dell'associazione Socialismo è libertà di Rino Formica, si prepara sui "testi sacri" di ogni socialista: Socialismo liberale di Gobetti, La rivoluzione in occidente di Rosselli, I quaderni dal carcere di Gramsci». E, fra i suoi numi di riferimento, oltre a Nenni e Amato, vanta anche una passione "eretica" per Massimo D'Alema, «perché faceva parte del Pci quando era un partito serio, che ha fatto tanto per questo paese ed è uno degli ultimi politici preparati». Ma come: un socialista, che stima la nomenklatura comunista e corre con un ex leghista? La contraddizione formale non gli sfugge, «ma non è l'unica», dice ridendo. Craxiano del primo periodo «fino al Caf», tiene sul comodino Quarto livello, scritto dal Pm che per primo inquisì il leader socialista, e, sovvertendo l'ordine delle cose, da "scapolo" gira su una Skoda station wagon, «ma prima o poi mi farò una due posti cabrio».

Camilla De Mori

 

 UN AIUTO A CHI HA BISOGNO

 > Non si chiedono soldi solo di fare girare questa notizia nella
speranza di contattare qualcuno che conosce il problema... Grazie
 
Mi chiamo Daniele Brandani e ho una figlia di 2 anni di età che si
chiama  Lucia. Nell' Ottobre del 2001 abbiamo scoperto che Lucia ha un
cancro.
Si tratta più precisamente di un "endocarcinoma surrenalico secernente",
una forma molto rara nei bambini. Purtroppo dopo 2 operazioni e
la chemioterapia fatta (si tratta di un ciclo con Mitotane associato
a  Etoposide, Doxorubicin e Cisplatino) non abbiamo avuto il minimo
risultat ed il tumore continua a crescere ad una velocità spaventosa. Forse
tu conosci qualcuno che potrebbe darci aiuto per affrontare questo
tumore, forse tu conosci un amico che ha già avuto questa esperienza e se
lo conosci digli di contattarmi al più presto, non ci rimangono che poche settimane!
Se non lo conosci tu lo potrebbero conoscere i tuoi amici. Per favore fai circolare qu! esta lettera.
 
Grazie Daniele Brandani c-o Edizioni Bora S.n.c.
 Via Jacopo di Paolo, 42 40128 Bologna Italy cell: 348-711.25.95
 Fax: 051-374.394 specificare per LUCIA BRANDANI
 
Anche se non sapete come aiutarlo inoltrate questa mail, non costa niente! Stiamo parlando di una vita! Patrizia Buzzi Ansaldo Nucleare Corso
 
Perrone,25  16161 Genova - ITALY Phone : ++39 10 655.8583 Fax : ++39 10
>655.8063  E-mail: buzzi@ansaldo.it