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L’importanza dell’unità /Avanti

Date: 29/09/2005
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DIBATTITO / L’AGGREGAZIONE DEI SOCIALISTI È NECESSARIA PER IMMETTERE NEL CIRCUITO POLITICO UN PATRIMONIO DI IDEE E VALORI DI CUI SI AVVERTE LA MANCANZ L’importanza dell’unità 29/09/2005 La necessità di un soggetto politico che metta al centro della propria attenzione i contenuti socialisti, laici e riformisti è evidente. La politica italiana di questi anni si caratterizza, sostanzialmente, per un alto tasso di conflittualità e per uno scontro con l’avversario che non riesce a lasciar spazio al dialogo e alla mediazione. Il processo di unificazione delle forze di ispirazione socialista, pertanto, è non solo auspicabile ma necessario, poiché potrebbe realmente immettere nel circuito politico nazionale un patrimonio di idee e valori di cui si avverte, profondamente, la mancanza. In questa realtà di bipolarismo forzato, d’altra parte, si deve sottostare a una logica che non piace ai socialisti: doversi schierare, infatti, è un modo per attenuare ogni istinto di mediazione, ogni possibile pratica del dialogo tra le diverse opinioni. Il rispetto tollerante delle idee altrui è, da sempre, un connotato del modo di essere socialista. Questa caratteristica viene messa in discussione dal sistema maggioritario che porta, in particolare nella nostra società, a scontrarsi e a vedere nell’altro un nemico. Per questo motivo ci sono state anche nell’ambito del socialismo italiano scelte diverse, dettate dalla difficoltà di accettare o subire quelle egemonie che, da una e dall’altra parte, l’incipiente bipolarismo italiano premiava e che ora, fortunatamente, invece stempera. La possibilità di rimettere insieme le diverse anime del socialismo italiano è troppo importante perché possa essere sprecata. Si è iniziato un percorso, aperto anche ad altre forze a orientamento laico e riformista, che deve andare in porto, rapidamente e bene, per dare alla politica italiana un contenuto di libertà, laicismo e riformismo. Per la logica del bipolarismo dobbiamo, infatti, pensare anche nell’ottica della costituzione degli schieramenti e quindi ritengo che in questa fase si concretizzi una opportunità significativa alla quale, onestamente, non possiamo non dar credito e contemporaneamente negarle un contributo fondamentale. Ci troviamo in realtà di fronte a due fatti importanti: si può costituire un centrosinistra dove finalmente non prevalgono l’intolleranza e la demagogia e, nello stesso tempo, possiamo, noi socialisti, partecipare realmente con un soggetto che non ha problemi a dirsi socialista. Ritengo allora doppiamente opportuna questa iniziativa unitaria, poiché l’Italia resta un laboratorio politico pluralista, dove non si possono imporre ricette predefinite e, come insegna la storia, solo il riformismo riesce a dare credibilità e stabilità alle istituzioni. Credibilità e stabilità che, giorno per giorno, vengono meno. A questo punto appare inoltre inevitabile una sincera riflessione sull’ultimo periodo, sul crescente e sterile scontro polemico, che prevale nel polo di centrodestra. La capacità di fornire una prospettiva diversa al Paese e all’Europa, dove i diritti di cittadinanza siano tali e le regole permettano la condivisione di un modello di sviluppo solidale, dove esiste uno Stato sociale efficiente e giusto e dove nessuno si senta escluso, è una capacità che solo i socialisti italiani, uniti, posseggono, per la nostra storia, per il nostro patrimonio genetico. Forse non soddisfa tutti, ma la ricomposizione di una forza socialista è l'unico modo, in questo momento, per cominciare a lavorare affrontando, viceversa, i temi che interessano i cittadini di questo Paese. A partire da quelli del ripristino di una rappresentanza politica e sociale che abbia i connotati della piena partecipazione, del pluralismo del pensiero, del diritto alla costruzione di una società più rappresentativa di tutte le realtà, ponendo tutti insieme l'esigenza di riprovare il sistema proporzionale. Subito dopo rivendicare spazi istituzionali di partecipazione non solo nel Parlamento, ma nell'intera società per ridare consapevolezza ai cittadini che la politica, non può essere il prevalere di una fazione sull'altra, ma la mediazione fra diversi interessi. La competizione nella dialettica è essenziale se si vuole ricominciare a creare condizioni in cui tutti si sentano rappresentati e possano esternare la loro volontà. Infine, sul piano sociale ed economico ancora tanto vi è da fare in un Paese, che negli ultimi otto anni è andato molto indietro nella graduatoria di crescita. Occorre con questa nuova forza politica, ricreare presupposti per parlare alla gente, smuovere apatie, far diventare sogni realtà, altrimenti ognuno di noi si chiuderà in se stesso e non riuscirà a rappresentare la società e le sue articolazioni. Non è un caso che una stagione di diritti e di libertà civili, sociali e collettive stia perdendo mordente e modernità, come anche l’ultimo referendum ha dimostrato. In quell’occasione è stata assente proprio la cultura laica che sembrava impaurita nel contrastare il dogma religioso, dimenticando il concetto fondante della nostra Repubblica: la laicità dello Stato. Non dobbiamo essere timidi nel ricercare nuove forme di presenza e dobbiamo accompagnare un processo di rinnovamento e di modernità del nostro Paese, anche con nuove regole che diano corpo e sostanza alla partecipazione e alla democrazia. Rinnovamento e modernità si possono e si debbono coniugare con confronto e dialettica, per far sì che la società che vogliamo innovare sia l’espressione di tutti e sia soprattutto condivisa, in modo che si possa pensare a ragione che sia un bene di tutti e non di pochi. Tutti quelli che credono in questa nostra filosofia di vita, riprendano il cammino per ridare fiducia e stimoli agli italiani che vogliono essere rappresentati meglio e vogliono condividere progetti e idee con l’intento di ricostruire uno stato in cui siano date a tutti pari opportunità, per il benessere individuale e collettivo. Antonio Foccillo Segretario confederale Uil

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