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Lo spreco di soldi negli enti locali deve finire - dall'Avanti

Date: 21/07/2005
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Lo spreco di soldi negli enti locali deve finire 21/07/2005 dall'Avanti ___________________________________________________________________________________________________ Caldarola e Macaluso, dalle colonne del “Riformista” - e non solo -, stanno conducendo una battaglia contro la malapolitica e contro gli sperperi del denaro pubblico perpetrati da chi invece nelle istituzioni dovrebbe rappresentare la salvaguardia del denaro dei cittadini. Non sono i soli. Anche alcuni altri commentatori politici (vedi Cassese e Stella sul “Corriere della Sera” e altri giornalisti sul “Tempo”), ancora pochi per la verità, affrontano la stessa tematica. Sotto mira sono le regioni che dopo le ultime consultazioni elettorali e grazie anche alle nuove competenze loro attribuite da un meccanismo federalista in parte male impostato e in buona parte mal recepito hanno imboccato una strada presumibilmente foriera di disastri non calcolabili. Queste si sono mosse in modo alquanto spericolato, alcune imponendo un aumento ingiustificato ed ingiustificabile del numero delle Commissioni, altre dilatando le assunzioni di esperti esterni (ma perché quelli già negli organici delle istituzioni regionali non sono sufficienti?) e aumentando gli appannaggi da nababbi loro riconosciuti, altre ancora azionando altri marchingegni (vedi assessori esterni in qualche regione, “assunti” in abbondanza forse perché i consiglieri votati dai cittadini per governarle sono considerati incapaci ad assolvere a tale compito). Cosa dire poi dei figli dei consigli eri e degli assessori regionali assunti in qualche regione del Mezzogiorno in enti locali in regime di collaborazione con la regione stessa? C’è solo da chiedere con urgenza e senza alcuna remora (dalle mie parti un proverbio antico recita così: il medico pietoso fa la piaga verminosa) le immediate dimissioni di cotanti figli, peraltro uguali ai figli di tutti i padri di questo Paese (ed è bene che acquisiscano questo importante e semplice concetto) o le altrettanto immediate dimissioni dei padri dalle istituzioni. Macaluso, Caldarola, Stella, Cassese e pochi altri non sono sufficienti per raddrizzare la rotta di una nave che ha incominciato a navigare dirigendosi verso la direzione sbagliata. Sono necessari altri mille commentatori politici, ma è soprattutto necessaria una rapida presa di coscienza dei partiti e dei movimenti politici (non è sufficiente, anche se encomiabile, quanto accaduto nell’ultima direzione dei Ds) che devono affrettarsi non solo a denunciare, ma soprattutto a suggerire con itinerari legislativi chiari e semplici l’abolizione di ogni sperpero prodotto dai nuovi enti locali. Certo nel Lazio il gruppo regionale dei Ds, dopo ampia e - si suppone – sofferta discussione, ha deciso di chiedere la riduzione delle Commissioni da 24 a 16. Bene, ma non è sufficiente. Bisogna ridurre gli assessorati e soprattutto bisogna abolire gli “esterni” esageratamente compensati. Tutti gli esterni. Del resto chi sono? Cosa fanno? A cosa servono? Non è sufficiente dare in pasto all’opinione pubblica il simbolo della riduzione delle Commissioni e tenere in vita la maggiore fonte di spreco di denaro. E’ necessario imporre il dimezzamento delle spese delle regioni da ottenere in pochi mesi. Possibilmente non tagliando le spese della sanità per lasciare quelle relative agli amici e agli amici degli amici. E siccome non si può notare la pagliuzza nell’occhio del vicino trascurando la trave presente nel proprio occhio, sarebbe il caso di inserire al primo posto del programma elettorale del centrosinistra la razionalizzazione del flusso inesauribile di denaro pubblico, utilizzato per sovvenzionare partiti e partitini con procedure in alcuni casi aberranti. Ognuno, comunque, faccia la sua parte. Per quanto riguarda il “Movimento di unità laica e socialista”, ai cui lavori partecipa una parte dei compagni di “Socialismo è Libertà”, la decisione è stata già presa; e sta per avviare uno studio sulla spesa delle istituzioni del nostro Paese con la speranza e magari la presunzione di poter offrire qualche utile e documentata riflessione agli estensori del programma del centrosinistra. Lillo Delfino

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