La democrazia dell’alternativa è il
 superamento della democrazia fragile

Lettera di Rino Formica a Il Foglio ( 01 febbraio 2013)

Caro Direttore,

La democrazia dell’alternativa è il superamento della democrazia fragile.La prima fase repubblicana coincise con il consolidamento della democrazia  nascente ed aprì la strada alla  democrazia dell’alternativa.La seconda fase repubblicana è  comunemente chiamata la stagione dell’alternativa, del bipolarismo e della democrazia compiuta.Ma i modelli culturali di riferimento della democrazia fragile sopravvivono e regolano i comportamenti delle nuove classi dirigenti. .

La democrazia dell’alternativa si espande e si consolida quando le istituzioni sono forti e non scalabili. Condizione necessaria è la separazione tra  continuità delle istituzioni e ricambio dei governanti.

Le democrazie sono forti quando reggono alla spietata ed aggressiva critica a chi governa le istituzioni.

Per la critica agli occupanti le istituzioni, ogni momento è buono, ogni stagione è propizia.

Attualmente nel nostro Paese convivono due  diverse  sensibilità sul tema.

Vi è chi vuole fare piazza pulita della politica nelle istituzioni per aprire la strada ai poteri senza rappresentanza, e vi è chi identifica le istituzioni con il personale politico che le occupa.

Ed è così che nasce la teoria dell’intoccabilità di alcuni istituti e dell’immunità per i rappresentanti dei gruppi politici prevalenti.

Non si può parlar male di un magistrato perchè si colpisce l’autonomia del potere giudiziario; non si può criticare una campagna fraudolenta della stampa perchè si attenta alla libertà di informazione; non si possono  sollevare dubbi su l’operato del Governatore della Banca d’Italia perchè può crollare la credibilità  dell’Italia nei mercati finanziari; non si può mettere in discussione l’utilità della pattuglia acrobatica tricolore perchè si offende la bandiera ed il prestigio nazionale.

Così potrei continuare con un centinaio di esempi.

Ma ciò che mi preme dire è cosa ovvia e naturale.

E’ da venti anni che tutta l’Italia che conta è suggestionata dall’esempio americano, ma dall’America si importano stili di vita, usi e costumi, ma si rifiuta lo stile di vita democratica. In America  tutti sono criticabili e  processabili, dal Presidente della Repubblica al banchiere e dal militare in Afganistan, ma le istituzioni  restano il sale della terra americana.

Oggi in Italia non si tratta di cacciare i Partiti dalle banche o i banchieri dai Partiti.  Il potere politico ha il dovere di rimuovere dalle istituzioni chi non vigilò, chi ne approfittò e chi è privo di competenze.

Questa è la democrazia forte dell’alternativa, bellezza!

                        Rino Formica

P.S. Vorrei ricordare ai compagni dell’ex PCI che Togliatti nel 1963 criticò il Governatore della Banca d’Italia Guido Carli, per l’orientamento di politica economica contrario agli interessi del Paese.

Fu anche quello un  attacco alla autonomia della Banca d’Italia?