| Dopo il voto del 29 settembre che fine farà il Parlamento RepubblicanoLettera di Rino Formica al Direttore del Foglio 23 Settembre 2010 Caro
        Direttore, Dopo
        il voto  (di fiducia o meno)
        del 29 settembre che fine farà il Parlamento Repubblicano? Occorrerà
        fare attenzione al film che andrà in 
        programma nella Sala di Montecitorio per capirlo bene senza
        essere prevenuti pervicaci o fiduciosi sciocchi. L’Amor
        Vostro da grande attore reciterà più parti in commedia: l’offeso, perchè lo sdoganato Fini si è rivelato un gelido
        ingrato; l’indifferente con
        un Casini che ancheggia e tarda a concedersi; l’aggressivo,
        perchè entra in casa altrui, non per portare via i gioielli (non ne ha
        bisogno), ma per rimorchiare chi non vuole morire con la legislatura. L’esito
        è prevedibile: raccoglierà voti acquisiti, voti impauriti e voti di
        famiglia, sufficienti per più letture del futuro ma essenziali per dire
        a chi è sul più alto scranno della Camera che lo spettacolo è finito
        e che non vi saranno repliche. Ma
        a che serve tutto questo? L’Amor
        Vostro ha un programma minimo ed uno massimo. Il
        minimo si muove nella scia della grande tradizione millenaria della
        Chiesa: durare in vita è compito umano, il dopo è nelle mani di Dio. Il
        massimo è più ambizioso. Il
        29 settembre l’orchestra parlamentare esegue la prova generale di un
        più grande concerto in preparazione: costruire una opinione favorevole
        per l’elezione di un nuovo Parlamento che possa eleggere il prossimo
        Presidente della Repubblica a immagine e somiglianza dell’attuale
        Presidente del Consiglio, Capo carismatico e Nume tutelare
        dell’Italia. Il punto fermo per la realizzazione di
        questo progetto massimo è dato dalla immodificabilità dell’attuale
        legge elettorale. La
        legge elettorale maggioritaria e bloccata è la indistruttibile camicia
        di forza che blocca le istituzioni, 
        depotenzia gli organi costituzionali e crea malessere, sfiducia e
        rassegnazione nella società. Ma
        il vero soccorso  rosso,
        l’Amor Vostro lo riceverà dalla sinistra che non può andare 
        oltre una compresenza di nuovismo e di massimalismo che ha le sue
        radici nella “lunga crisi” del Pci degli anni ’80 e nel suo
        rifiuto del “revisionismo socialista”. Potrò
        sbagliarmi: ma credo che il 29 settembre 
        a Montecitorio si celebrerà un rito solenne: la fine della
        Repubblica parlamentare come la intesero i nostri costituenti. Fraterni
        saluti                                               
                   Rino
        Formica Roma,
        23 settembre 2010 
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